Foto: Reuters
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Premier per ben 4 volte, parlamentare per 7 legislature, imprenditore, promotore delle prime tv private, patron del Milan e poi del Monza. Questo e molto altro ancora è stato Silvio Berlusconi, detto il Cavalierie, un protagonista indiscusso della storia italiana degli ultimi decenni. In suo onore è stato addirittura coniato il neologismo "berlusconismo" ad indicare sia il movimento di pensiero e il fenomeno sociale e di costume avente origine dalla figura di Silvio Berlusconi e dal movimento politico da lui fondato; sia la visione liberistica da lui propugnata, non solo in ambito economico e finanziario ma anche politico.

Nato a Milano il 29 settembre 1936 da una famiglia di umili origini, Berlusconi costruì la sua fortuna prima entrando nel fiorento mercato edilizio meneghino; poi, verso la fine degli anni Settanta, fiutando le possibilità offerte dal mercato dei media privati televisivi, del quale divenne indiscusso dominatore con la sua società: Mediaset. E proprio con i suoi canali televisivi Berlusconi iniziò a modellare l'immaginario degli italiani, cavalcando gli anni Ottanta e "la Milano da bere", con operazioni in alcuni casi al limite della legalità e con amicizie importanti che entrarono in crisi con l'avvento di Tangentopoli, mettendo a rischio il suo impero. Perciò, secondo molti analisti, Berlusconi decise di "scendere in campo", fondando nel 1994 'Forza Italia', il partito-azienda costruito sul culto della sua persona, leader indiscusso della scena politica italiana per gli anni a venire. La sua fortuna politica venne, però, meno negli anni Duemila dopo che rimase invischiato in una serie di grottesche vicende giudiziarie, che lo hanno progressivamente relegato in un ruolo da comprimario all'intero del centrodestra italiano, nonostante i suoi continui tentativi di rivendicare la leadership.

Con Silvio Berlusconi, comunque, se ne va un pezzo di storia non solo italiana, ma mondiale. Molti dei leader attuali, infatti, soprattutto sul fronte populista, devono molto al "presidente operaio" (così si era definito nel 2001), inventore indiscusso di un linguaggio politico nuovo e venditore di sogni o di incubi, a seconda dei punti di vista.

Barbara Costamagna