Quattro centri multimediali a Capodistria, Bibione, Santo Stefano di Cadore e al Narodni Dom di Trieste, un dizionario plurilingue dedicato al turismo, itinerari turistici, una piattaforma multimediale e il restauro di palazzo Gravisi. Sono i risultati ottenuti al termine del progetto Interreg Italia Slovenia “Primis”, che ha messo a disposizione di vari soggetti, fra Italia e Slovenia, due milioni e 400 mila euro di fondi europei più altri 400 mila di co-finanziamento per valorizzare e far conoscere le minoranze linguistiche da entrambe le parti del confine, soprattutto a scopo turistico.
Avviato prima della pandemia, il progetto, “un viaggio multiculturale tra Italia e Slovenia attraverso il prisma delle minoranze”, ha coinvolto le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, più altri soggetti dell’area con un ruolo importante per Unione italiana e Can Costiera, oltre che della ATS Projekt, società che fa capo alle organizzazioni della minoranza slovena in Italia, e parte dal principio che le minoranze linguistiche devono esser viste non come un costo, ma come una risorsa per lo sviluppo economico e turistico dell’area a cavallo del confine.
I risultati del progetto, che si concluderà a fine mese, sono stati illustrati all’interno di palazzo Gravisi, antico edificio restaurato con i fondi europei, e dove è sorto il centro multimediale, come ci spiega Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana: “L’inaugurazione ufficiale sarà fatta in primavera, e metterà a disposizione del visitatore un luogo multimediale, che gli permetterà di conoscere la realtà, la storia della comunità nazionale italiana, e capire perché siamo diventati minoranza. Potrà conoscere alcuni esempi dell’architettura e dell’arte italiana prodotte in questi secoli, conoscerà gli usi, i costumi, gli odori e la gastronomia tipica dei nostri territori. Potrà anche dialogare con qualche grande personaggio che ha reso illustre questo territorio: da Santorio Santorio a Carpaccio, Gian Rinaldo Carli e Giuseppe Tartini, potrà anche ascoltare la musica di Tartini una postazione che, se il progetto di capitalizzazione di Tartini sarà approvato, potrà essere sviluppato anche come parte musicale. Se poi riusciremo a realizzare il progetto di capitalizzazione di Primis, avremo anche una postazione dedicata interamente i giovani, più piccoli e un pochino più grandicelli, con giochi di apprendimento”.
Al centro del progetto, come sottolineato anche dai funzionari delle regioni intervenuti, c’è soprattutto il turismo e il ruolo delle minoranze linguistiche e delle comunità locali come elemento di attrazione, come conferma Andrea Bartole, segretario generale della CAN Costiera: “Il centro multimediale con queste attrezzature multimediali, che potranno essere integrate poi negli anni nei loro contenuti, diventeranno secondo noi un punto d’interesse importantissimo e di attrazione primaria a Capodistria, proprio perché avrà la funzione di attrarre non solo scolaresche, studenti, e ragazzi per far conoscere la Comunità nazionale italiana, ma anche i turisti. Noi sappiamo che Capodistria ormai è diventata un punto turistico molto importante, con le navi da crociera o con i turisti non solo di passaggio, ma che vengono in queste zone per diversi motivi, e avranno modo di conoscere da vicino la Comunità nazionale italiana”.
Un occhio di riguardo va ai giovani, a cui sono dedicate molte strutture e iniziative realizzate con il progetto che, hanno sottolineato tutti gli interventi, ha avuto anche il merito di creare una rete di collaborazione fra i territori e le istituzioni che rimarrà un patrimonio comune e sarà utile anche in futuro. “Io sono stato – ha spiegato Tremul - uno di quelli che ha iniziato per primo, più di 25 anni fa, a percorrere la strada dei progetti europei, incontrando tantissime critiche e scetticismi. Oggi abbiamo visto dove ci ha portato: questa è una delle strade che noi dobbiamo perseguire con quanta maggior coerenza, perché apre scenari di partnership, non crea solo nuove risorse ma scenari di partnership straordinari”.
“Dobbiamo rivolgerci ai giovani – ha poi aggiunto - in una situazione in cui probabilmente molte persone, non solo i giovani, non conoscono il perché ci sia il bilinguismo in Friuli Venezia Giulia e perché ci sia qui, perché ci sono dei luoghi in cui si trovano dei nomi strani, come sulle Dolomiti ad esempio. È bene far capire ai giovani che questi sono territori in cui le persone si sono mescolate, sono cambiate, sono arrivate, e tutte quante hanno portato e sviluppato culture, identità, lingue, diverse, che non sono un impedimento, sono un arricchimento di questo territorio e lo possono essere anche dal punto di vista economico, perché possono attrarre flussi turistici di chi viene e vuole conoscere la cultura locale, le tradizioni, le opere d'arte, e la letteratura, ma anche la cultura del mangiare: l'enogastronomia che mette in moto l'economia”.
Alessandro Martegani