In verità è una vicenda un po' ingarbugliata, quella della Biblioteca Besenghi, tremila volumi datati dal Cinquecento all'Ottocento, prevalentemente di carattere religioso ma anche testi classici di vario argomento che costituiscono l'antica biblioteca parrocchiale di Isola, e in cui sono confluiti in minima parte i volumi appartenuti alla nobile famiglia di cui il poeta Pasquale, morto nel 1849, fu l'ultimo erede.
Ospitata fino al 1952 nell'omonimo palazzo barocco oggi sede della scuola di musica, poi nazionalizzata e abbandonata per quarant'anni nei magazzini della Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria, è tornata a Palazzo Besenghi nel 1993, grazie all'impegno della comunità italiana - che all'epoca vi aveva casa - e l'indispensabile collaborazione della Biblioteca Vilhar. Da allora è stata affidata per la cura appunto alla Can, che tuttavia non ha figurato come parte in causa nel recente accordo fra il Comune e la parrocchia che trasferisce la gestione del fondo librario alla Biblioteca civica. Accordo che giunge ad alcuni mesi di distanza da lavori eseguiti dall'amministrazione comunale a Palazzo Besenghi per garantire all'antica raccolta più idonei ambienti di conservazione. Ora un incontro avuto con il sindaco Markočič dal presidente della Can isolana Marko Gregorič rassicura sulla possibilità per la comunità italiana di ritagliarsi comunque un ruolo anche nel futuro.
Spiega Gregorič: "Va detto innanzitutto che grazie a un partenariato trasversale - Biblioteca Vilhar e Biblioteca civica, Can e parrocchia - siamo riusciti a ottenere un risultato importante, ossia rendere nuovamente fruibile al pubblico il fondo Besenghi. Negli incontri attuali stiamo limando alcuni dettagli, che ci vedono sempre impegnati e inclusi nell'ambito della gestione del fondo attraverso la sua valorizzazione, promozione e forse anche digitalizzazione. Sono fiducioso sulla possibilità che si arrivi a un accordo soddisfacente per tutti, che consenta di mantenere un rapporto tra la Can di Isola e il fondo".