Un anno importante il 2023 per la Comunità degli italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi”, che festeggia il suo settantesimo anniversario. L'apice delle celebrazione dovrebbe essere a fine novembre, il mese nel quale nel 1953 si tennero la prima assemblea e le prime elezioni.
A ricordare questo importante appuntamento è stato il presidente della Comunità Robi Štule, durante l'assemblea dei soci, nella quale sono riemerse le problematiche che contraddistinguono la convivenza con l'altra Comunità, la "Dante Alighieri, a palazzo Manzioli. Per prima cosa si è parlato dell’uso delle due stanze che sono state adibite dalla CAN esclusivamente ad attività rivolte ai giovani, che starebbe obbligando alcuni gruppi della Besenghi a riunirsi in spazi secondo loro non adeguati. Secondo Štule sarebbe necessario trovare una soluzione a questa situazione che, come emerso anche durante la riunione, sta creando un certo disagio tra i soci della sua Comunità. Riaffiorata anche la questione delle chiavi di palazzo Manzioli che sarebbero state distribuite con modalità diverse dai due sodalizi.
“Sono contro la riunificazione delle due Comunità”, ha dichiarato Štule tra l’applauso generale, ribadendo, però, la disponibilità a collaborare con tutti. In caso di riunificazione, infatti, “noi saremo in minoranza”, con il rischio, ha spiegato il presidente, "di perdere tutto". “Abbiamo forse già perso tutto”, hanno ribattuto sardonicamente dal pubblico, convinti che l’altra Comunità sia privilegiata; chiedendosi, inoltre, se a questo punto “La CAN è per noi o noi per loro?”.
Dopo l’intervento di cortesia del presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul, il deputato al seggio specifico Felice Žiža, nonché vicepresidente della locale CAN, ha difeso le scelte fatte dalla Comunità Autogestita, ribadendo la necessità di promuovere un clima di collaborazione tra tutti. Štule ha sottolineato l’opportunità di convocare “una riunione di tutti i direttivi per capire se i soci concordano con le linee espresse dagli attuali dirigenti”, perché solo chiarendosi definitivamente si potranno iniziare a costruire le basi di una nuova convivenza. Scetticismo sulla possibilità che questa iniziativa vada in porto è stato espresso da parte di molti dei presenti, poiché, a detta loro, un passo del genere è stato tentato già in molte altre occasioni sempre senza successo.
“Io aspetto l’invito della presidente della CAN”, ha concluso Štule, convinto però che alla riunione dovranno essere presenti tutti i consiglieri perché solo così potrà essere garantita la solidità delle scelte fatte, nella speranza ha detto Štule di non essere penalizzati se si avranno posizioni divergenti. Proposta anche da parte di alcuni dei presenti l’indizione di una riunione congiunta dei soci delle due Comunità per affrontare definitivamente i problemi decennali che caratterizzano questa difficile convivenza.
Barbara Costamagna