Oltre che a congratularsi per questa giornata importante per la penisola, il capo dello Stato croato ha avuto parole di apprezzamento per la politica visionaria della Dieta democratica istriana. "Il documento è stato adottato grazie agli sforzi di un gruppo di persone ed è stato un atto di saggezza politica in tempi contrassegnati dalla guerra e dalla sofferenza in Croazia", ha detto Zoran Milanović e ha fatto capire che in Istria, fortunatamente risparmiata dal conflitto, si stavano giustamente combattendo altre battaglie che l'hanno affermata regione multietnica e bilingue. "La specificità istriana deriva pure dalla presenza della minoranza italiana e di altri gruppi etnici", ha aggiunto il presidente definendo la Regione, un esempio per la Croazia e l'Europa.
"Avremmo potuto cancellare, così come ci veniva richiesto, alcuni articoli: quello sul bilinguismo e la pariteticità delle lingue croata ed italiana, ma ciò ci avrebbe portato a rinunciare ad una parte della nostra identità e della nostra particolarità regionale, saremmo andati contro noi stessi", ha affermato invece il governatore, Boris Miletić, che ricordando le incomprensioni con Zagabria dei primi anni 90 ha aggiunto: "Venivamo accusati di autonomismo e irredentismo al solo nominare la collaborazione transfrontaliera, l'inclusione nell'Assemblea delle Regioni europee, o altre simili iniziative". La presidente dell'Assemblea regionale, Sandra Čakić Kuhar, ha ricordato invece che: "Lo Statuto esprime i valori ereditati dal passato e che si fondano sulla multietnicità, multiculturalità e plurilinguismo perciò libertà sociale, etnica, religiosa, culturale, politica e linguistica sono l'essenza del nostro essere e vivere quotidiano".
Presenti alla cerimonia i deputati istriani al Parlamento di Zagabria, i sindaci delle Città e Comuni della Regione e numerose personalità della vita pubblica regionale. Il programma è stato allietato dalla soprano Lora Pavletić e dal tenore Kristian Marušić che hanno eseguito gli inni e poi altri intermezzi musicali.
Doveroso ricordare infine la tormentata storia del documento accolto il 30 marzo 1994, il Governo croato ne abrogò subito dopo ben 36 articoli, 18 dei quali definiti successivamente non costituzionali dalla Corte Costituzionale. Gli articoli aboliti riguardavano fondamentalmente il bilinguismo e l'uso ufficiale della lingua italiana. Lo statuto completo con la reintroduzione delle parti sospese fu accolto dall'Assemblea regionale il 19 novembre 2001.
(lpa)