“Guardare di più alla qualità che alla quantità”, questo è quello che dovrebbe tornare a fare la scuola elementare italiana “Dante Alighieri”di Isola secondo la consigliera del SD Romina Kralj. Dopo aver ascoltato i dati relativi ai risultati raggiunti dagli studenti di questo istituto alle prove nazionali del sapere presentati dalla preside durante il consiglio comunale di Isola nella sua relazione relativa al piano formativo e finanziario della scuola elementare “Dante Alighieri” di Isola, la Kralj ha voluto intervenire, visto che paragonati a quelli registrati negli altri due istituti elementari sloveni del comune essi risultavano di molto inferiori. Una situazione preoccupante, ha detto la consigliera, che tra l’altro insegna nei due ginnasi in lingua italiana, che nasce secondo lei dalla presenza ormai eccessiva di stranieri nel corpo studentesco dell’elementare isolana.
“Quando gli stranieri surclassano la popolazione studentesca autoctona, gli insegnanti iniziano a riscontrare non pochi problemi”, secondo la Kralj che ha invitato le istituzioni minoritarie ad iniziare ad affrontare la situazione a partire da un serio lavoro di analisi. Secondo lei negli istituti della minoranza bisognerebbe lavorare di più sui bambini delle famiglie italiane o miste e indirizzare gli stranieri in altre scuole, visto che ad Isola si tratta soprattutto di alunni che parlano lingue slave, russi in prevalenza, e quindi forse sarebbero in più adatti a frequentare le scuole della maggioranza”.
"Quello dei bambini stranieri nella nostra scuola è una realtà, come lo è anche in molte scuole della maggioranza", ha spiegato Marko Gregorič; "esiste una legge, però, che prevede programmi di integrazione per questi bambini, ma solo per gli istituti della maggioranza". Le scuole delle minoranze sono state escluse da questa possibilità, e proprio per questo Gregorič, che è anche presidente della Commissione nazionalità, ha detto che ci si sta già muovendo per chiedere agli organi competenti di intervenire al più presto per sopperire a questa grave lacuna.
La vicesindaco italiana Agnese Babič ha ringraziato la Kralj per avere fatto un discorso di questo tipo pubblicamente, perché finalmente è stata messa in risalto una problematica che esiste da anni; ma che a livello di minoranza nessuno, secondo lei, ha il coraggio di ammettere e affrontare. La Babič si è detta totalmente d’accordo con le parole della connazionale ritenendo anche lei che per la loro natura particolare le scuole italiane dovrebbero smettere di guardare ai numeri e puntare di più sulla qualità”.
Barbara Costamagna