Senza una riunione dei soci per almeno 10 anni, senza un presidente dell’assemblea e ora, perlomeno fino a un nuovo ordine da parte del tribunale, anche senza un direttore. È la situazione dell’AIA, l'Agenzia Informativa Adriatica di Capodistria, responsabile fra l’altro delle pagine del capodistriano del quotidiano “La Voce”, da settimane al centro di un confronto fra la Can Costiera e l’Unione italiana.
Le annunciate dimissioni del direttore Claudio Geissa hanno innescato un confronto per uscire da una situazione di non facile gestione e che mette a rischio la stessa sopravvivenza dell’Agenzia che ha quattro dipendenti: da anni non si riunivano gli organismi, non c’è un presidente dell’Assemblea dei Soci (oltre a Can e UI, ha una quota anche la GEDI, società che, così come annunciato per molti giornali in Italia, vorrebbe vendere le quote dell’AIA, oltre a molti giornali del gruppo in Italia) e le nomine dei nuovi vertici hanno scatenato un nuovo scontro fra Can e Unione Italiana. Del caso si è discusso anche nella recente giunta dell’UI.
C’è l’accordo sull’indicazione di una carica a testa fra le due organizzazioni, ma non sui nomi. Il Presidente dell’UI, Maurizio Tremul, aveva proposto il suo nome per la presidenza, non accettando l’indicazione sul nome di Marin Corva, presidente della giunta esecutiva, ma soprattutto Tremul lamenta di non essere stato informato sulla trattativa, e chiede chiarezza su regole e accordi prima di procedere. “Finora – dice - l'Aia è stata gestita violando le regole previste e le normative in essere: non è mai stata convocata l'assemblea dei soci da parte del direttore Claudio Geissa, come prevede l'atto costitutivo, nonostante negli ultimi quattro anni e prima ancora sia stato ripetutamente chiesto di convocarla. Lo stesso direttore dimissionario aveva il dovere di convocare l'assemblea dei soci e di comunicare la sua volontà non essere più direttore, e in quella sede avviare tutte le procedure per la scelta del nuovo direttore. Negli ultimi anni ho chiesto ripetutamente che si convocassero i soci, ci sono stati tutta una serie di riunioni e incontri avvenuti prima dell'8 febbraio ma il Presidente dell'Unione Italiana non è mai stato reso partecipe e informato. Io ho chiesto trasparenza e chiarezza: trasparenza sulle procedure, chiarezza sui conti, sull'agenzia, sulla gestione, per tutelare l'AIA, i dipendenti dell'AIA e ovviamente l'Unione Italiana. Ho sollecitato e organizzato preparando la documentazione, una riunione dei soci 17 di febbraio, in cui avevamo stabilito alcune procedure, come convocare l'assemblea dei soci per il 3 marzo, ma non si è tenuta in quanto è mancato il consenso della CAN costiera”.
“Nonostante ciò, io ho continuato a predisporre le carte per arrivare a una soluzione: ci siamo trovati il 13 di marzo in una riunione che poi è diventata l'assemblea dei soci, prevista anche dallo statuto, e ho chiesto che ci fosse una soluzione complessiva della situazione, la nomina di un direttore, che è stato indicato dal presidente della CAN costiera Alberto Scheriani nella persona di Gianni Katonar, pro tempore per 4 mesi, come concordato il 17 di febbraio. Ho preparato anche un accordo tra i partner per mettere nero su bianco quali saranno le competenze e ruoli che questo direttore dovrebbe svolgere nei 120 giorni successivi: indire il bando di concorso per la scelta del direttore e definire come verrà scelto un nuovo direttore, come sarà scritto il bando, perché, una volta nominato il direttore, secondo la normativa slovena sarà in carica vita natural durante, senza nessun vincolo, e viene iscritto il direttore, non il direttore pro tempore. Per questo ho chiesto chiarezza, trasparenza, accordo tra le parti, affinché si stabiliscano in un accordo queste cose”.
“L’atto costitutivo prevede il presidente dell'assemblea dei soci, che non è mai stato nominato: io ho fatto un passo indietro accettando la proposta della CAN Costiera di nominare il direttore e ho proposto che l'Unione indichi il presidente e ho proposto la mia persona alla luce della conoscenza profonda che ho di tutta questa vicenda, e di come è nata l'intera questione 30 anni fa. Su questa proposta c'è stato il veto, e a questo punto dobbiamo rifare il punto per trovare una soluzione che sia però complessiva: non possiamo dire adesso facciamo una cosa e poi ne facciamo un'altra. Serve il consenso unanime di tutti quanti i soci: troviamo dei nomi dei nuovi, diversi, che possano essere graditi a tutti. Tutti quanti devono fare un passo indietro: io, come l'Unione italiana, questo passo indietro l'ho già fatto, accettando la proposta del direttore pro tempore, ma anche proponendo documenti e atti che regolino i nostri rapporti e che tutelino tutti i soci, l’AIA e i suoi dipendenti”.
Di segno opposto l’interpretazione del presidente della Can Costiera Alberto Scheriani, secondo il quale invece la responsabilità dell’impasse è da addebitare all’Unione Italiana. “Devo dire - spiega - che, come rappresentante della CAN nell’ambito dell'assemblea dell'AIA, ho fatto mia anche la proposta della giunta dell'Unione Italiana di votare un direttore che sia dipendente dell'agenzia stessa. È stato proposto un nome ma non è stato votato dal Presidente dell'Unione Italiana. Si discuteva del Presidente dell'assemblea stessa e sono stati fatti due nomi che non hanno ricevuto i voti necessari. Dobbiamo tener presente che il sottoscritto ha proposto come il presidente della giunta Marin Corva ma il presidente dell'Unione non l'ha votato: quindi credo che questa impasse sia da addebitare soltanto all'Unione italiana e al Presidente dell'Unione Italiana”.
Alessandro Martegani