Nessuno rimarrà senza un lavoro, ma non ci sto a passare per quello che punta alle cariche e cerca di escludere gli altri: se c’è qualcuno che è stato escluso sono io”.
Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana, da giorni protagonista di uno scontro con il presidente della CAN Costiera Alberto Scheriani sulle sorti dell’Aia, l’agenzia di stampa che cura le pagine del Capodistriano sulla Voce del Popolo, non ci sta, e rilancia per trovare una via d’uscita allo stallo che rischia di mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’Agenzia e il lavoro dei quattro giornalisti che ci lavorano.
Il presidente dell’Unione ha ripercorso tutte le fasi della vicenda, sottolineando come l’Agenzia sia stata gestita ai limiti, se non oltre le regole, non convocando mai l’assemblea dei soci nonostante le ripetute richieste, e come sia stata addebitata a lui la responsabilità del mancato accordo sul nuovo direttore. “Io - replica però Tremul - mi sono sempre impegnato, nonostante ripetuti e documentati tentativi di escludermi dalla vicenda, per trovare una soluzione, come dimostrano le mail e i documenti che ho presentato, e la mia stessa decisione di rinunciare alla candidatura alla presidenza. Ora però - ha aggiunto - mi attendo che tutti facciano la propria parte”.
“Il mio errore, ha spiegato, è stato dire che il re è nudo, che l’AIA veniva gestita al di fuori di ogni regola da anni, che è assurdo che si preveda un quorum dell’85 per cento delle quote, quindi in pratica di tutti soci, per prendere ogni decisione (cosa peraltro contraria alle leggi slovene sulle Srl), e che prima di nominare un direttore bisogna aver ben chiara la situazione e dove si voleva andare”.
Nonostante le continue richieste di riunire l’assemblea e le proposte di accordo, Tremul lamenta di esser stato più volte escluso: “Si sono tenute riunioni e contatti dei quali io, rappresentante legale dell’Unione italiana, non ero nemmeno a conoscenza, e poi vengo accusato di essere io quello che vuole prendere le decisioni ed esclude gli altri, quando invece mi sono sempre impegnato per trovare fondi per l’AIA e per uscire da questa situazione, distinguendo sempre fra ruolo istituzionale e rapporti personali, ma né dall’altra parte, né dall’ex direttore, è mai giunta una risposta”. “Non ci sto – ha aggiunto – a passare per quello che non sono, e ricordo che un attacco a me è un attacco all’intera soggettività dell’Unione Italiana”.
Tremul ha anche indicato una via d’uscita per dare un futuro e una struttura stabile all’Agenzia. “Propongo – ha detto - che l'assemblea dei soci dell'AIA si riunisca immediatamente, approvi il bando per il nuovo direttore, lo pubblichi, individui un direttore di alto profilo, e comunichi al tribunale che stiamo facendo questo tipo di operazione: in pochissimo tempo si può scegliere il nuovo direttore, s’insedia il nuovo direttore, e si adegua l'atto societario dell'AIA alle norme di legge previste in Slovenia e si modifichi anche la soglia per prendere le decisioni all'interno dell’assemblea dei soci, quindi il 50 per cento più un voto, come previsto dalla legge slovena. Poi a mio parere ci dovrà essere un passaggio delle quote societarie alla Edit, in quanto l’AIA lavora per le testate dell’Edit, e sarebbe la soluzione che ritengo più lineare. Queste sono le mie proposte, ovviamente da analizzare e discutere con tutti gli altri”.
Ora la palla passa agli altri soci, ma rimane al momento difficile, prevedere se e come si potrà trovare un punto d’incontro sulla questione principale, la nomina del nuovo direttore e sui nuovi assetti societari.
Alessandro Martegani