Ha scritto Gian Antonio Stella, nota firma del Corriere della Sera, che quando Mario Rigoni Stern morì, nella sua Asiago, a 86 anni, nel giugno del 2008, il ricordo più bello glielo regalò Mauro Corona, che scrisse della sua scomparsa come della caduta di "un grosso larice, di quelli che crescono su costoni di roccia che segnano la strada, quando c'è la nebbia, ai taglialegna e ai viandanti della montagna". In questi giorni quel larice avrebbe compiuto cent'anni. Ricorre infatti il primo novembre il centenario della nascita dello scrittore veneto, autore di pagine indimenticabili sulla tragica ritirata di Russia, e di molti altri romanzi e racconti in cui ha riversato il suo grande amore per la natura, i boschi e gli animali delle sue montagne, con una sensibilità che lo rende oggi estremamente attuale, un precursore della sostenibilità ambientale e del rispetto dell'ecosistema. Eppure Mario Rigoni Stern resta amatissimo soprattutto per quel libro che gli ha dato notorietà, "Il sergente nella neve", pubblicato nel 1953 e divenuto rapidamente un classico, uno di quelli che si leggono a scuola, un libro che commuove nel profondo, in cui lo scrittore parla della guerra in un modo tutto nuovo per quegli anni. Le sue sono storie di uomini senza eroismi e della precarietà della loro esistenza davanti alla violenza e al nemico, verso il quale si finisce per sentire consonanza e fratellanza.
Oggi e domani lo ricorda un convegno internazionale ad Asiago, "Mario Rigoni Stern e il suo Altipiano", una due giorni di lavori che vedrà la partecipazione di autorevoli ospiti, protagonisti di una serie di approfondimenti suddivisi in quattro sessioni tematiche: letteratura e scrittura, il bosco e le montagne, le guerre del Novecento e il senso della memoria, il sergente e l'Altipiano. Ma il centenario è accompagnato anche da altre iniziative. Da Einaudi sono usciti cinque suoi titoli, tutti con introduzioni d'autore. E il suo biografo ufficiale, Giuseppe Mendicino, gli ha dedicato un nuovo libro, in cui si approfondisce anche l'amicizia dello scrittore con Primo Levi, a cui lo univa la passione per la montagna e la forte etica civile. Il volume ("Mario Rigoni Stern. Un ritratto", ed. Laterza) è corredato da immagini inedite messe a disposizione della famiglia. L'archivio privato dello scrittore, intanto, è stato donato dai familiari al Comune di Asiago, con l'intento di rendere le sue carte al più presto disponibili alla consultazione online da parte di studiosi e appassionati dell'opera del maestro.