Nella bella collana d'arte della Fondazione CRTrieste, il ventiduesimo volume (uscito nel 2020) è dedicato alla eclettica figura di Avgust (o Augusto) Černigoj, artista legato alla cultura slovena, ma di statura autenticamente mitteleuropea, nato a Trieste nel 1898 e morto a Sesana nel 1985. Si tratta di un lavoro molto accurato e fondato su un'ampia ricerca documentaria, che lo stesso curatore Matteo Bonanomi, arrivato da Milano, ha presentato a Palazzo Gravisi, dialogando con la presidente del Festival del Litorale Neva Zajc.

"La cifra di questo artista - dice Bonanomi a Radio Capodistria - è prima di tutto la creatività, la voglia di esplorare le diverse tecniche senza porsi limiti o freni. Sicuramente la grafica rappresenta un momento fondante della sua carriera, però ci sono ad esempio anche le arti minori, esplorate nei brevi mesi del Bauhaus e in cui ha dimostrato tutta la sua perizia artistica, come nei lavori per i cantieri della Pulitzer Finali".

Pittore, illustratore, grafico, decoratore per grandi navi triestine, sensibilissimo ai linguaggi della modernità, le esperienze condotte negli anni Venti tra Monaco di Baviera, dove frequentò l'Accademia di belle arti, e appunto il Bauhaus di Weimar, rappresentarono per Černigoj "una folgorazione, breve ma intensa, che l'ha portato a sviluppare e a portare avanti il suo lato creativo".

Evento collaterale alla presentazione della monografia, che ora si vorrebbe tradurre in sloveno, è la piccola mostra - curata da Dejan Mehmedović della isolana Galleria Insula - aperta fino al 15 giugno a Palazzo Tarsia, con grafiche e collage dalla Galleria Avgust Černigoj di Lipizza, l'oasi verde sul Carso dove l'artista trascorse gli ultimi anni, lasciando alla località una collezione di oltre 1400 opere. La Comunità degli italiani di Capodistria, spiega il presidente Mario Steffè, ha affiancato il Festival del Litorale nell'omaggio "a un autore eminente per quanto riguarda l'espressione artistica di questo territorio a cavallo dei due confini, ma poco trattato e poco proposto, poco valutato dalla critica, forse in virtù di questa sua continua sperimentazione, del suo voler attraversare diverse correnti artistiche. Soprattutto in Slovenia".

C'è stata, aggiunge Bonanomi, "una riscoperta di Černigoj tra gli anni Novanta e il Duemila in occasione dell'anniversario della nascita. Questo, secondo me, è il momento di approfondire. E la mostra di Capodistria potrebbe essere un buon viatico".

Da sin. Matteo Bonanomi, Neva Zajc, Mario Steffè
Da sin. Matteo Bonanomi, Neva Zajc, Mario Steffè