Con l'inaugurazione di oggi pomeriggio al Teatro Verdi di Pordenone riparte il festival letterario Dedica, edizione numero trentuno, come sempre a cura dell'associazione culturale Thesis. Saranno undici appuntamenti in una settimana fino a sabato 22 marzo, fra libri, mostre, teatro e attualità che esploreranno il mondo e l'opera narrativa dello scrittore iraniano Kader Abdolah, da molti anni rifugiato politico nei Paesi Bassi, e autore di fama internazionale. "Scrittura cuneiforme" e "La casa delle moschee" (che in Italia ha ottenuto il premio Grinzane Cavour) sono alcuni dei titoli più noti di Abdolah, che scrive, nella lingua della sua seconda patria, romanzi che rappresentano per stile e temi un costante dialogo e un ponte tra Occidente e Oriente.
A comporre l'omaggio allo scrittore, il programma della rassegna monografica friulana prevede nei prossimi giorni alcuni appuntamenti particolarmente attesi e la presenza di altri, importanti, ospiti. Come il fotoreporter di guerra franco-iraniano Manoocher Deghati, autore della mostra che sarà inaugurata, già domani, alla Biblioteca civica, "Eyewitness: Iran", con le sue toccanti e anche crude immagini fra storia, conflitto e resistenza. Mentre a siglare la chiusura, il 22 marzo, nuovamente al Verdi, è stato convocato il grande pianista Ramin Bahrami, originario di Teheran e naturalizzato italiano.
E ancora le letture teatrali tratte dai libri di Abdolah che porteranno in scena i temi dell'esilio e dell'identità, la presentazione della nuova edizione del suo romanzo "Il Messaggero" sulla vita di Maometto, una conversazione sull'Iran di oggi, le iniziative per le scuole.
Dedica è il primo grande evento culturale che si svolge a Pordenone dopo la proclamazione della città a Capitale italiana della cultura per il 2027, un "riconoscimento straordinario - dichiara il curatore del festival Claudio Cattaruzza - che premia l'identità culturale della nostra città e un importante lavoro collettivo a cui siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo".
