Ingegneria all'Università di Lubiana il suo primo amore. Studi rimasti interrotti perché a vent'anni Verica Janeva, nata nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e cresciuta a Capodistria, ha vinto una borsa di studio per frequentare il Conservatorio di Trento. Da lì una bella carriera di cantante lirica che l'ha portata in giro per il mondo, spesso esibendosi in eventi benefici, anche a favore dell'Unicef. E al Villaggio del fanciullo di Trento ha voluto legare il suo primo libro di narrativa, "Le radici del tiglio. T'ga za jug - La nostalgia per il sud" (DBS), in cui ricostruisce, attraverso una serie di brevi racconti, la sofferta esperienza di emigrazione della sua famiglia, vista attraverso i suoi occhi di bambina. Ma, come ha spiegato l'autrice - ospite in mattinata a Capodistria al Salotto del libro italiano, dove ha dialogato con Nicoletta Casagrande - nella storia da lei narrata c'è anche l'eco di altre storie, le storie di chi per varie ragioni ha deciso di ricostruirsi in un altro luogo qualcosa da chiamare casa. "Nel libro - dichiara Janeva a Radio Capodistria - volutamente non sono stati indicati i nomi dei luoghi, perché ciascuno si possa riconoscere. Sono 47 piccoli flash che richiamano al passato di questa famiglia, la sua odissea, il suo vissuto. Soprattutto quello dei bambini, che si sentono smarriti, estranei ed estraniati in un mondo che non gli appartiene più".

Tuttavia Verica Janeva ha trovato la forza di opporsi al destino che sembrava esserle stato cucito addosso. "Ho voluto ribellarmi a tutto questo e cercare, nella vita, di prendere dei treni che mi avrebbero portato verso un riscatto".

"Le radici del tiglio" è un libro che Verica Janeva ha scritto direttamente in italiano, la lingua che oggi, dopo oltre trent'anni a Trento, "sente" di più. Non ha però dimenticato né il macedone nativo né lo sloveno faticosamente imparato sui banchi di scuola. "La lingua macedone, che è la mia madrelingua, e lo sloveno sono le mie lingue del cuore al pari dell'italiano. Leggo libri, romanzi e poesie in cirillico perché in famiglia parliamo tutt'oggi il macedone. Quanto allo sloveno è una lingua ugualmente ricca, possiede il duale, che è difficilissimo, le declinazioni ... va anch'esso custodito come un patrimonio prezioso".

 Verica Janeva (a ds.) con Nicoletta Casagrande
Verica Janeva (a ds.) con Nicoletta Casagrande