L'estate è la grande stagione della musica live, anche quella di Folkest, decano dei festival folk italiani, che dal Friuli irradia i suoi appuntamenti all'Istria.
Folkest a Capodistria nasce esattamente trent'anni fa, nel 1992, grazie a una collaborazione tra Folkgiornale, l'associazione culturale con sede a Spilimbergo che organizza Folkest, e la Comunità autogestita della nazionalità italiana, che ha dato vita all'Aias, e nel tempo ha portato in città artisti italiani e internazionali del calibro di Angelo Branduardi, Joan Baez, Joe Cocker, Goran Bregović, Roberto Vecchioni, la Premiata Forneria Marconi e tantissimi altri, rendendo la piazza di Capodistria un pilastro portante del festival friulano, e sempre con un bellissimo afflusso di pubblico, che ha premiato le scelte degli organizzatori.
Trent'anni di concerti, con alcune iniziative collaterali, "che hanno dato lustro all'attività complessiva della nostra comunità", rilevano Roberto Colussi e Sergio Settomini, che reggono le fila dell'Aias.
Certo, nelle ultime edizioni le cose sono un po' cambiate, i finanziamenti ridotti, la proposta un po' meno sorprendente, ma qualche bel nome c'è sempre, e l'appuntamento del trentennale non si smentisce per l'attrattiva di un cartellone imperniato, come di consueto, su tre serate, tutte a ingresso libero, sotto le arcate della Taverna, in piazza Carpaccio, con inizio alle 21.
Aprono oggi gli sloveni Poseben gušt, etno band di Novo Mesto, con le loro chanson in dialetto piene di arguzia e di fantasia, e prosegue domani con le "Emosioni istriane" un artista di casa, il cantautore piranese Piero Pocecco.
Gran finale, sabato, con il trombettista siciliano Roy Paci, in concerto con la sua storica formazione, gli Aretuska. Sicilia e Giamaica, con generosi spruzzi di jazz, una caloroso abbraccio che attraversa gioioso il mondo intero. Fa dimenticare le brutture di oggi e farà ballare tutti vorticosamente - promettono gli organizzatori - scatenati in una tropicale serata estiva capodistriana.