Ha mille declinazioni la parola coraggio, per Aristotele la prima delle virtù umane. Quella che la tradizione cristiana chiamerà fortezza, e che ci consente anche di vincere la paura. Il coraggio di vivere, il coraggio delle proprie idee e delle proprie scelte, il coraggio civile di chi si pone al servizio della collettività e della ricerca del bene comune. Il coraggio più intimo e personale, e il coraggio più pubblico. Tema con tutta evidenza molto tomizziano il coraggio, per la stessa vicenda biografica dello scrittore istriano e per i motivi della sua narrativa, come ha anche ricordato in apertura dei lavori del Forum il presidente della Comunità degli italiani e vicesindaco di Capodistria Mario Steffè.
Dunque, di quale coraggio hanno parlato i relatori del convegno? Molto, del coraggio dei migranti. Lo ha fatto, tra gli altri, la giovane studiosa milanese Francesca Rolandi. Che si chiede: ci ha insegnato qualcosa la storia del Novecento? "Vediamo proprio in questi nostri territori che i Paesi ai confini dell'Europa che sono stati essi Paesi di emigrazioni e di asilo si confrontano con un nuovo flusso di arrivi e diventano degli antimurali dell'Unione Europea. Quindi la domanda centrale, per rifarmi alla questione del Fourm, è quella del coraggio: qual è il coraggio di partire e qual è il coraggio di accogliere? Io sono sicura che il coraggio necessario per accogliere è molto minore di quello necessario per partire".
Il coraggio delle azioni quotidiane, il coraggio dei piccoli passi che tutti siamo chiamati a compiere come motore del cambiamento: su questa dimensione del coraggio ha puntato la giornalista francese Florence Hartmann, già inviata di Le Monde nei Balcani ed ex portavoce della Procura del Tribunale penale per la ex Jugoslavia, arrestata e poi detenuta per alcuni giorni nel 2016 proprio all'Aja con l'accusa di aver divulgato notizie riservate. "Tutti possiamo fare qualcosa. Viviamo oggi in tempi di pace, ma non di vera pace. Non dobbiamo permettere la regressione delle libertà che abbiamo in Europa".
Tema tomizziano, si diceva, il coraggio. Ma non tutti ugualmente ispirati allo spirito inclusivo di Fulvio Tomizza, il grande scrittore di frontiera autore di "Materada" e della "Miglior vita", gli interventi prodotti al Forum. Sicuramente non lo era quello di Majda Širca Ravnikar, ex ministra slovena della cultura, che ha evocato il tragico destino degli sloveni triestini mandati a morte dal fascismo. Uno sguardo un po' unilaterale però il suo, e argomento che a Palazzo Gravisi senso di opportunità avrebbe consigliato di evitare.
Ornella Rossetto