Proporre nel periodo natalizio grandi titoli della danza è una tradizione consolidata nei teatri, e al Rossetti di Trieste quest'anno arriva l'eterea e sempiterna "Giselle", che Adolphe-Charles Adam compose con straordinario successo nel 1841 su libretto di Theophile Gautier. Quintessenza del repertorio romantico, favola di amore e morte, fate e spiriti, vendetta e perdono, sui cui passi si sono formate generazioni su generazioni di danzatori e danzatrici, va in scena allo Stabile regionale nell'allestimento del Balletto di Mosca, ensemble che rappresenta un'espressione dell'eccellenza della grande scuola di danza russa, già più volte appaludito al Politeama.
"Giselle", balletto che continua a confermare il suo fascino intriso di sogno, simboleggia il senso profondo della malinconia romantica e dell'insondabile mistero della passione più forte della morte. Una struggente storia d'amore che ebbe come prima interprete Carlotta Grisi, una delle più celebri ballerine dell'Ottocento, nata nel borgo istriano di Visinada, e poi lungo due secoli cavallo di battaglia delle étoile più famose.
È interessante notare come la storia coreografica di "Giselle", cui la Grisi diede vita per molti anni all'Opéra Le Peletier di Parigi, sia, proprio come la sua trama, una storia d'amore. Carlotta Grisi infatti accettò il ruolo solo a patto che fosse il proprio innamorato, il ballerino Jules Perrot, ad occuparsi dei propri passi, affiancando il coreografo scelto dagli autori, Jean Coralli. Ed è questa la storica coreografia che approda al Rossetti, riproposta dalla "Giselle" del Balletto di Mosca.