Se c’è qualcosa che fa male alla politica è la politica stessa, quando concentra il suo ruolo in un unico punto, quello della ascesa al potere, trasformando il dibattito politico in una perpetua campagna elettorale. Succede anche da noi, anche nell’ orticello della comunità nazionale italiana. E’ per questo che saluteremo con una sorta di sollievo l’ inizio della vera e propria campagna elettorale, sperando che finalmente la tensione sfoci in un rilassamento generale, almeno per un paio di mesi dopo l’ esito del voto. Mai come quest’ anno la prova sarà importante, e i giochi saranno sporchi, vuoi per il clima politico surriscaldato, divisivo, intollerante, e per gli appetiti dei partiti che ormai si contendo ogni voto. Anche quello delle minoranze. Ma sarà importante soprattutto per vedere se la spaccatura che c’è all’ interno del corpo elettorale della comunità nazionale sarà utile o meno per la minoranza stessa. Una minoranza esigua, dispersa sul territorio, assolutamente non considerata come fattore essenziale del territorio, basti vedere il bilinguismo visivo. E basti vedere cosa è successo con la proposta di legge sulle nostre scuole, bocciata dal Consiglio di Stato, cioè proprio dai rappresentanti della società civile, dei territori. Non dobbiamo illuderci , ci vogliono invisibili, trasparenti, scritti in bianchino come quelle poche insegne bilingui che addobbano le nostre cittadine. E‘ bene che se ne ricordino tutte le fazioni che si contenderanno il potere. Il rischio è di uscirne sconfitti a prescindere da chi vincerà. Comunque sia, la campagna elettorale anche se non ancora ufficializzata è in pieno svolgimento e radio Capodistria farà, come sempre, la sua parte, dando voce e spazio a tutti i soggetti politici in campo.
Aljoša Curavić