Fonti dell'Unione europea hanno reso noto che in caso di incongruenze, ovvero "se le dosi di vaccino contro il coronavirus che dovrebbero restare in Ue vengano destinate all'export, ci sarà la possibilità di intervenire e negare l'autorizzazione all'esportazione. È raro, ma potrebbe accadere", hanno affermato, spiegando come funzionerà il meccanismo di trasparenza per l'export di vaccini.
L'iniziativa della Commissione europea arriva a causa della "mancanza di chiarezza, deficienze" e situazioni da "monitorare e affrontare", hanno precisato fonti di Bruxelles. "Si tratta di uno strumento per proteggere i vaccini per i quali l'UE ha accordi di pre-acquisto". Il coinvolgimento della Commissione UE nel nuovo meccanismo di registrazione e autorizzazione all'esportazione delle dosi "deve essere ancora stabilito". L'idea è che "le autorità nazionali chiedano un parere prima di dare l'autorizzazione" all'esportazione. Le aziende che vogliono esportare il vaccino dovranno riempire un formulario "sulla quantità, sul tipo di vaccino e su dove andranno le dosi" e inviarlo alle autorità nazionali.
L'azienda produttrice AstraZeneca nel contempo ha affermato di essere pronta a pubblicare il contratto firmato con l'Unione europea sulle consegne dei vaccini anti-Covid. Lo riporta il Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando fonti dell'UE. Il quotidiano inoltre afferma che AstraZeneca non riuscirà a consegnare le 80 milioni di dosi nel primo trimestre, come previsto, il lotto però supererà di molto le 31 milioni di dosi precedentemente riportate.
L'azienda farmaceutica e il primo ministro britannico Boris Johnson hanno inoltre difeso l'efficacia del vaccino, sviluppato assieme all'Università di Oxford: è efficace anche per le persone di età superiore ai 65 anni, lo confermano i test clinici, afferma il portavoce di AstraZeneca, dopo che la Commissione sui vaccini della Germania lo aveva raccomandato solo ai minori di 65 anni.
E. P.