Nelle ultime due settimane il primo ministro britannico, Theresa May, ha avuto colloqui telefonici molto costruttivi con i leader europei, inclusa la cancelliera tedesca, Angela Merkel. In primo piano la necessità di cambiamenti legalmente vincolanti al backstop per il confine irlandese nell'ambito dell'accordo sulla Brexit. Lo ha reso noto il portavoce della premier, precisando che May ha inoltre parlato al telefono con i leader svedese, portoghese e austriaco. "Le conversazioni erano molto costruttive, è chiaro" che tutti vogliono che la Gran Bretagna lasci l'Unione europea "con un accordo", ha precisato il portavoce.
Intanto alla Camera dei Comuni di Londra il primo ministro deve affrontare nuovi emendamenti che mirano a legarle le mani. May è già riuscita a schivare un emendamento, proposto dal Labour e da altri partiti d'opposizione, assieme a diversi deputati conservatori dissidenti contrari all'uscita del Regno Unito dell'Ue, che l'avrebbe obbligata a sottoporre alla ratifica finale del Parlamento il suo accordo entro il 26 febbraio. Il testo è stato bocciato con 306 voti a favore contro 322.
La premier è stata invece sconfitta in un voto simbolico del parlamento sulla strategia della Brexit: minata così la sua forza negoziale nei colloqui con l'Unione europea per garantire i cambiamenti all'accordo sul divorzio. Con 303 voti contro 258 è stata respinta una mozione che chiedeva ai deputati di confermare il proprio sostegno alla premier. Molti i membri del suo partito conservatore che hanno programmato di astenersi dal voto, temevano infatti che il primo ministro stesse attenuando la sua posizione su un'uscita senza accordo.
L'esecutivo resta in ogni modo impegnato per assicurarsi che il 29 marzo prossimo la Gran Bretagna abbandoni l'Unione, senza però escludere completamente il "no deal". Il governo May rimane fiducioso e crede ancora di poter giungere ad un'intesa finale prima di allora.
E. P.