Come previsto dai sondaggi che hanno preceduto il voto spagnolo il Partito popolare ha confermato il suo vantaggio sui socialisti senza, però sfondare, visto che anche sommando i propri seggi con quelli di Vox la destra spagnola non raggiunge la maggioranza assoluta. Niente maggioranza assoluta anche per il socialista Pedro Sanchez, che alleandosi con Sumar e i partiti baschi e catalani potrebbe superare di poco i 170 seggi, mentre per governare senza problemi c’è bisogno di 176 seggi.
Nessuno dei due blocchi, quindi, ha raggiunto il traguardo sperato, ma sicuramente la sconfitta più cocente è stata quella del partito di estrema destra Vox che nonostante si sia piazzato al terzo posto ha perso voti e quindi seggi in Parlamento rispetto alla precedente elezione del 2019, tanto che da 52 seggi è passato solo a 33. Il leader del partito Santiago Abascal, davanti a questa debacle, ha dichiarato di essere pronto a fare opposizione in un governo di minoranza o anche a tornare alle urne.
A questo punto gli scenari sono tre. Il re chiede a Feijóo di formare il nuovo governo; anche se di minoranza. Sánchez riesce a ricostruire una maggioranza, trasformandol’astensione di parte dei baschi ed Esquerra Republicana in un Sì (scenario decisamente improbabile). Oppure, come molti analisti sostengono in queste ore) si torna semplicemente al voto.
A livello europeo le cose sembrano per ora più chiare. Per i popolari europei infatti, con la sconfitta di Vox, la bilancia sembra a questo punto propendere nuovamente verso il centro, lontano da Orban e amici, ma questa è un’altra partita ancora tutta da giocare.
Barbara Costamagna