Il Premier slovacco Fico ha reagito al blocco delle forniture di gas russo tramite l'Ucraina minacciando la sospensione degli aiuti ai cittadini ucraini giunti nel suo paese dopo lo scoppio della crisi. Fico ha minacciato di tagliare gli aiuti finanziari a oltre 130 mila rifugiati ucraini come parte di una serie di misure di ritorsione contro Kiev per la sua decisione di interrompere il flusso del gas russo attraverso il suo territorio in direzione Slovacchia. Fico ha dichiarato che il suo partito prenderà in considerazione anche la possibilità di tagliare le forniture di energia elettrica all'Ucraina e che chiederà il rinnovo dei transiti di gas o un risarcimento per le perdite finanziarie che la Slovacchia ha subito a causa dell'interruzione della fornitura di gas. Le esportazioni di gas russo attraverso un gasdotto di epoca sovietica che passa per l'Ucraina sono state interrotte il giorno di capodanno dopo che Kiev ha dichiarato che non avrebbe rinnovato l'accordo quinquennale di transito con il gigante energetico russo Gazprom, stipulato prima dell'invasione. Bratislava ha tentato per mesi di convicere il Presidente ucraino Zelenski a rinnovare l'accordo per continuare a fare fluire il gas a basso costo verso l'Europa, e la faida tra i due paesi si è inasprita nelle ultime settimane con Zelenski che si è rifiutato di rinnovare l'accordo sostenendo che non avrebbe permesso ai Paesi europei di guadagnare altri miliardi sul sangue ucraino. Fico ha indicato che l'interruzione della fornitura dalla Russia farà aumentare i prezzi europei del gas e dell'energia elettrica e che, in ultima analisi, danneggerà più l'Europa che la Russia, aggiungendo che la fine dell'accordo costerà a Bruxelles 120 miliardi di euro nei prossimi due anni. La Commissione Europea ha dichiarato che l'Europa è pronta al cambiamento e che i 14 miliardi di metri cubi all'anno che finora transitavano attraverso l'Ucraina saranno sostituiti dal GNL e da gasdotti non russi attraverso percorsi alternativi.

Franco de Stefani