Nonostante la tesa e contestata votazione, alla fine i ministri dell'Economia dell'Ue hanno preferito la sua candidatura a quella dell'ex presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. L'ex capo del FMI, la francese Christine Lagarde, si è dimessa a luglio dopo che i leader dell'UE l'hanno scelta per sostituire Mario Draghi come presidente della Banca centrale europea. Dal lungo round di colloqui emergono le persistenti divisioni interne all'Ue: in scena un nuovo scontro tra Nord e Sud, con Francia, Italia e tutti gli Stati del Sud e dell'Est che hanno preferito Georgieva per non essersi compromessa con le politiche di austerity richieste inizialmente dalla Troika e che parte dei paesi Ue ha continuato in seguito ad applicare. Per permettere la sua candidatura sarà' necessario procedere a un emendamento delle regole del FMI che richiedono che il presidente abbia meno di 65 anni al momento della sua nomina. La necessità di questo cambiamento potrebbe indebolire la candidatura di Georgieva se la riforma fosse contestata da un numero sufficientemente elevato di membri del Fondo. Un funzionario europeo ha spiegato che la Francia, a guida del processo di selezione del candidato Ue, ha già ottenuto il sostegno di Washington alla revisione delle regole dell'istituzione monetaria. Immediate le congratulazioni del presidente uscente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker e del presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, secondo cui, di fronte al sorgere delle tensioni globali, è imperativo che l'FMI resti un simbolo di multilateralismo e cooperazione internazionale. "Una candidatura più che meritata", ha scritto invece in un comunicato David Malpass, presidente della Banca Mondiale, definendo Georgieva una persona dotata di carisma, con una forte e sana propensione al lavoro e spinta dal senso del dovere.
Maja Novak