I militari greci sono “probabilmente” responsabili della morte del pakistano Muhammad Gulzar, morto il 4 marzo scorso, mentre insieme ad altre migliaia di persone tentava di attraversare il confine greco dalla vicina Turchia. E' questo il risultato di un'articolata indagine collettiva che vede tra i suoi protagonisti il settimanale tedesco Spiegel e il sito di giornalismo investigativo Bellingcat.
I giornalisti, attraverso lo studio di materiale video e il confronto con testimoni diretti, sono arrivati alla conclusione che il ferimento di almeno sette persone, tra cui Gulzar, che poi è deceduto, è con tutta probabilità conseguenza dell'esplosione di proiettili veri da parte dei militari greci a guardia della frontiera, ed hanno chiesto l'apertura di un'inchiesta giudiziaria per accertare la verità.
Una richiesta fatta propria anche da cento eurodeputati, che con una lettera alla presidente della Commissione europea, hanno domandato indagini approfondite, anche se le autorità greche continuano a rigettare ogni accusa, e hanno più volte parlato di “fake news” gestite dal governo turco.
La morte di Gulzar è avvenuta dopo che Ankara ha fine febbraio ha aperto le sue frontiere verso l'UE, denunciando gli accordi sulla gestione delle migrazioni firmati con Bruxelles nel 2016: dopo l'annuncio, migliaia di migranti si sono ammassati alla frontiera greca per tentare di attraversarla con il supporto attivo delle autorità turche, mentre Atene ha schierato anche l'esercito per bloccare ogni ingresso.
La crisi è rientrata solo dopo lo scoppiare dell'epidemia di COVID19, che ha convinto la Turchia a riaccompagnare i migranti verso i centri d'accoglienza sul proprio territorio.
Stefano Lusa