Seggi aperti fino alle 22 locali nelle oltre 600 circoscrizioni in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. In ognuna sarà eletto uno dei 650 membri della Camera dei Comuni. Il sistema elettorale britannico prevede l'elezione del candidato che si sarà aggiudicato il maggior numero delle preferenze, anche se non raggiunge il 50 percento dei voti. Il partito che otterrà la maggioranza dei seggi in parlamento, almeno 326, formerà quindi il governo. Un voto, dunque, dall'esito che secondo gli analisti pare scontato; dopo 14 anni con i conservatori a Downing Street, il Regno Unito sembrerebbe pronto al cambio di rotta. Le previsioni danno infatti i laburisti avanti di 20 punti; una sconfitta pesantissima per l'attuale premier Rishi Sunak che cederà così il posto al laburista Keir Starmer.
Descritto dai britannici come responsabile, serio e orientato al lavoro, Starmer è forse la ventata di novità di cui Downing Street ha bisogno. Tuttavia, i sondaggi sottolineano un cauto ottimismo tra gli elettori sul fatto che il nuovo premier possa effettivamente fare la differenza dopo che è stato più volte accusato, durante la campagna elettorale, di aver offerto una politica poco chiara e fatto marcia indietro su alcune delle proprie decisioni.
A complicare la situazione per i Tory anche la crescita nei sondaggi della formazione sovranista Reform UK, che ha tra i suoi principali esponenti Nigel Farage. In alcune circoscrizioni Reform UK potrebbe infatti togliere voti ai conservatori, già in difficoltà in diversi collegi chiave. Quest'anno il voto offre anche della novità: si tratta infatti delle prime elezioni generali a cui gli oltre 50 milioni di aventi diritto dovranno presentare un documento identificativo per poter votare. A maggio, l'ex primo ministro Boris Johnson era stato allontanato da uno dei seggi elettorali per le comunali perché si era scordato della nuova direttiva M.N.