Presentiamo le prime cinque formazioni politiche che appariranno sulla scheda elettorale. Il Partito del Centro Moderno, Il movimento Slovenia Unita, i Verdi, Dobra Država e il Partito Nazionale. 103 sono complessivamente i candidati, tra i quali 52 uomini e 51 donne, sei delle quali a guidare le rispettive liste. L’assemblea del parlamento Europeo è invece composta da 751 deputati che scenderanno a 705 con l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Fino ad ora gli eurodeputati venivano raggruppati in nove gruppi, incluso quello dei non iscritti. Ogni gruppo è formato da un numero minimo di 25 deputati e deve rappresentare un quarto degli stati membri, cioè 7 paesi dell’Ue. I gruppi come detto sono invece 9, Il partito popolare europeo, il gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici, il gruppo dei conservatori e riformisti europei, il gruppo dell’alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa, Alde, il gruppo Europa delle nazioni e delle libertà, il gruppo Europa della libertà e della Democrazia Diretta, i Verdi, la Sinistra Unitaria europea-Sinistra Verde nordica e infine il gruppo dei non iscritti.
Gregor Perič, candidato del Partito del Centro Moderno: Questa candidatura rappresenta per me un importante sfida soprattutto in questo particolare periodo vissuto dall’Unione Europea. Da convinto europeista voglio dare il mio contributo al consolidamento di quanto è stato fatto in questi ultimi 70 anni. Anni nei quali molto è stato fatto e dove è stata garantita la pace e stabilità. Le forze che vogliono distruggere l’Unione Europea sono sempre più forti e numerosi. Questi partiti non hanno una visione sul come dovrebbe funzionare l’Ue o quali sono gli interventi da attuare per migliorarne l’efficienza. Questi partiti offrono soluzioni datate, già fallimentari nei secoli precedenti, soluzioni che hanno portato a conflitti, guerre, povertà e recessione. Ed è proprio questo il motivo per il quale ho deciso di candidarmi.
L’Europa non si è dimostrata particolarmente efficiente nel fronteggiare la crisi migratoria della cosiddetta rotta balcanica
Gregor Perič: Mi ritengo molto critico su questo fatto. L’Unione Europea guardata nel suo complesso non è stata governata adeguatamente. Qui devo criticare in particolare il lavoro svolto dai popolari e parzialmente anche dai socialisti e democratici i quali si trovano spesso in un’alleanza per così dire naturale. La mia critica è inoltre rivolta al lavoro svolto dai Popolari i quali dirigono le istituzioni principali dell’Unione, dal Parlamento, il Consiglio e anche la Commissione. In tutto questo tempo non sono stati in grado di trovare un modello che potesse proteggere tutti da questo fenomeno. Mi riferisco ai migranti ma anche ai cittadini dei paesi direttamente coinvolti e gli stati alle prese con questa crisi umanitaria. Questa situazione ha portato a inutili tensioni tra i paesi invece di ottenere degli accordi. Tutti questi errori sono stati commessi in prevalenza dalle forze del centro destra. Ma queste si ostinano a incolpare tutti i restanti partiti. I mi auguro che in seguito all’elezione lo spazio politico europeo diventi più aperto e diversificato. Insomma, anche le restanti opzioni politiche hanno diritto di far sentire la loro voce. Mancano insomma le visioni di stampo liberale sulle politiche condotte. Le idee che portiamo avanti noi liberali sono molteplici, per il caso in questione ci rendiamo conto che il problema non va affrontato lungo i confini dell’Ue o di Schengen ma nei paesi d’origine, dove queste persone vanno aiutate e soccorse. Bisogna insomma garantire un ambiente stabile e un’economia funzionante e anche un sistema politico efficiente in grado di soddisfare le loro esigenze. Sono le guerre, i conflitti e la povertà a spingere le persone a emigrare. Ed è logico che i paesi dell’Unione Europea vengano visti come un’oasi di tranquillità, abbiamo la crescita economica e un alto standard di vita. Per concludere sarebbe ingiustificato disgregare l’Ue perché qualcuno ha lavorato male.
Cosa ne pensa dei controlli al confine con la Slovenia introdotti dall’Austria
Gregor Perič: Questi controlli sono ingiustificati e assolutamente inutili. È l’espressione di una determinata fazione politica al governo in Austria. Mi riferisco nuovamente al centro destra impegnato a legittimare il suo potere e mostrare all’opinione pubblica come sta lavorando bene. D’altronde a livello europeo non ce il consenso necessario per trovare delle soluzioni efficienti e unitarie in termini di politica migratoria. Le soluzioni vanno cercate nei paesi d’origine insomma e non ai confini. Le barriere fisiche poste lungo il confine da parte austriaca non hanno alcun senso, anche quelle poste lungo il confino tra la Germania e l’Austria. Per non dimenticare che queste misure danneggiano anche lo spazio economico comune e produce una serie die effetti negativi a catena. Insomma, tutto ciò porta a disgregare l’Ue nel suo nucleo.
Cosa ne pensa della modalità di voto dei capilista, detti spitzenkandidati, molti la reputano non democratica
Gregor Perič: Noi del SMC e dell’ALDE non appoggiamo questa modalità dei capilista cinquanta non gode di alcuna motivazione giuridica. È una pessima idea e limita la libera scelta delle persone e limita le libertà democratiche dei restanti candidati favorendo solamente una persona che solitamente coincide con un determinato stato e un determinato sesso. Proprio per questo motivo noi come membri dell’Alde abbiamo proposto diversi candidati, tra i quali il nostro Commissario, Violeta Bulc, la quale ha il compito di presentare i vantaggi offerti dall’Ue. Vantaggi che stiamo dando per scontati. Insomma, appoggiamo un ampio numero di candidati. Secondo me la persona giusta deve essere individuata, seguendo determinare logiche politiche, in un secondo momento, dopo le elezioni. Nell’Alde le persone sono molte.
Per il Movimento Slovenia Unita, sentiamo Andrej Šiško condannato non in via definitiva a otto mesi di carcere per istigazione al sovvertimento violento dell'ordine costituzionale. Sentiamo il leader del gruppo paramilitare Štajerska Varda:
Andrej Šiško: È semplice, ho deciso di candidarmi in quanto sono l’unica persona che ha veramente a cuore gli interessi dei nostri elettori e cittadini. I restanti partiti che si presentano alle elezioni sono una grande fregatura, tutti vengono infatti diretti da centrali che non hanno sede in Slovenia. Questi partiti dovrebbero rappresentare gli interessi del popolo sloveno, ma non lo fanno. Credo che il mio partito è l’unica opzione in grado di rappresentare al Parlamento Europeo i cittadini sloveni.
L’Europa non si è dimostrata particolarmente efficiente nel fronteggiare la crisi migratoria della cosiddetta rotta balcanica
Andrej Šiško: No. È l’Unione Europea a determinare i flussi migratori e lo fa dal 1975. Insomma, l’Ue pianifica le migrazioni dai paesi africani e asiatici. L’obiettivo è chiaro, quello di distruggere le popolazioni autoctone in Europa. Questo è il piano delle elites europee, indipendentemente se queste si dichiarano di destra o sinistra, il tutto in funzione del profitto. In questo modo il lavoro viene sottopagato. In secondo luogo, nel mondo vengono creati appositamente dei conflitti. I partiti tendono invece sempre a mostrarci solamente una faccia della medaglia, nessuno ci dice che a soffrire sono i migranti ma anche le persone che accolgono i migranti.
Cosa ne pensa del mancato sostegno da parte europea nell’implementazione della sentenza d’arbitrato
Andrej Šiško: L’Unione Europea non si occuperà mai di questa vicenda. Noi dobbiamo prendere atto dell’articolo dell’arbitrato che prevede che devono essere entrambe le parti a trovare un accordo. Di conseguenza l’arbitro non può essere valido. Ma la parte slovena sta attuando un alto tradimento offrendo i nostri territori ai croati. Queste sono le persone che devono essere rinchiuse perché agiscono contro la costituzione. Ma ad essere rinchiuso sono io, per aver difeso la Costituzione. Sono loro che devono essere rinchiusi, Cerar, Šarec, Pahor e Erjavec. Sono tutti dei traditori che meriterebbero il carcere.
Reporter: Cosa ne pensa dei controlli al confine con la Slovenia introdotti dall’Austria
Andrej Šiško: Questa è solo la dimostrazione che i principi fondamentali sui quali si è fondata l’Unione Europea non esistono più. Non parliamo solo dell’Austria, ma lo fa anche l’Ungheria, l’Italia e la Germania, insomma l’Ue come è stata pensata non esiste più.
Sarebbe disposto ad entrare in coalizione con i cosiddetti partiti sovranisti quali la Lega e il Fronte Nazionale
Andrej Šiško: Assolutamente No, il nostro movimento non è disposto a collaborare con le formazioni sopracitate. Salvini in apparenza come noi è compatibile per quanto riguarda la lotta all’immigrazione ma gli interessi portati avanti dalla Lega sono un pericolo per noi. Lo stesso discorso vale per il partito di Orban che sta man mano prendendo l’oltremura. Non possiamo collaborare con queste formazioni, non è nella nostra natura e contro i nostri interessi. L’unico tipo di collaborazione sarebbe quella a progetto.
Gorazd Pretnar, capolista dei Verdi ha spiegato che: La mia decisione di candidarmi è particolarmente specifica. Ci sono certi aspetti che non possono più essere regolati nello spazio sloveno. Certi aspetti ora vengono gestiti solamente a livello europeo. In questo momento tutti gli agenti chimici e i pesticidi vengono monitorati per un periodo di quattro anni attraverso apposite ricerche di laboratorio. Questi studi mettono poi in luce gli effetti prodotti dagli agenti all’ambiente e all’uomo. Attualmente gli studi condotti sono molto obsoleti. La scienza ha fatto nel frattempo enormi passi in avanti. Il Parlamento Europeo ha a sua disposizione appositi strumenti per discutere queste questioni. Inoltre, è possibile comporre delle apposite commissioni di esperti che hanno poi il compito di studiare le questioni poste all’attenzione. In un secondo momento vengono condotti gli studi necessari in base ai quali viene formulata una risposta. Il compito che mi sono posto è quello di sollecitare i deputati affinché questi studi, che ritengo datati, prendano in considerazione gli ultimi studi condotti in materia, il tutto per il bene dei cittadini e la salvaguardia ambientale.
L’Europa non si è dimostrata particolarmente efficiente nel fronteggiare la crisi migratoria della cosiddetta rotta balcanica
Gorazd Pretnar: Io credo che a livello europeo su questo tema è emersa la discordia. Credo però che questo non sia nemmeno un quesito che riguardi un eurodeputato o un futuro eurodeputato. Io credo la situazione è la conseguenza di pessime politiche estere condotte dai paesi coinvolti, ma anche dalla politica condotta dal Ministro degli interni. La situazione è assurda insomma. Noi abbiamo il compito di difendere il confine di Schengen, mentre gli austriaci hanno deciso di intensificare il loro confine con la Slovenia. Facciamo entrambi parte dell’Unione Europea, però a mancare è il dialogo bilaterale a livello ministeriale tra i due paesi. Basterebbe unire le forze ed effettuare i controlli congiunti lungo il nostro confine di Schengen. Il problema è semplice da risolvere. Questa mia idea è stata pubblicata su Facebook proprio durante la visita del nostro ministro degli esteri con l’omologo italiano.
Cosa ne pensa del mancato sostegno da parte europea nell’implementazione della sentenza d’arbitrato
Gorazd Pretnar: In questo caso le persone con la coscienza sporca sono molte. Credo che i vertici europei in uscita non è stata in grado di risolvere questo problema. In questo momento però né la parte slovena e nemmeno quella croata sono abbastanza mature per intavolare un dialogo normale. I procedimenti legali vanno assolutamente rispettati, ma credo che toccherà alle generazioni future implementare l’accordo oppure trovarne un altro migliore. La maturità deve essere dimostrata da entrambe le parti.
Cosa ne pensa della modalità di voto dei capilista, detti spitzenkandidati, molti la reputano non democratica
Gorazd Pretnar: Questa è una forzatura. Mi sembra abbastanza antidemocratica questa prassi. Non mi sembra giusto individuare prima dell’esito elettorale la persona che andrà a ricoprire l’incarico di spitzenkandidat. A livello nazionale è una grande discriminazione. Se i partiti extraparlamentari sono riusciti ad ottenere le mille sottoscrizioni di conseguenza possono considerarsi a pari livello con tutti i restanti candidati. Ciò è discriminatorio. Mi riferisco alla divisione tra partiti parlamentari e extraparlamentari.
In rappresentanza di un’altra formazione politica extraparlamentare, Peter Golob, del partito Stato Buono: Ho deciso di candidarmi perché sono stanco delle stupidaggini che commettono i nostri politici e perché lamentarsi da casa, senza fare niente non ha piu0’ senso. Ho deciso di metterci la faccia ed entrare in azione.
L’Europa non si è dimostrata particolarmente efficiente nel fronteggiare la crisi migratoria della cosiddetta rotta balcanica
Peter Golob: La politica migratoria Condotta dall’Ue è pessima e pericolosa. Fino ad ora ha solo prodotto grandissime divisioni tra i paesi membri dell’Unione Europea e di conseguenza l’ha indebolita. I partiti di sinistra continuano ad alzare la voce e pretendono l’apertura dei confini, generando paura tra i cittadini e aumentando la xenofobia. Per i partiti di destra invece questa situazione fa bene, dal punto di vista politico. I migranti rappresentano una massa di lavoratori a basso costo.
Cosa ne pensa del mancato sostegno da parte europea nell’implementazione della sentenza d’arbitrato
Peter Golob: Beh, conosciamo le posizioni dell’Europa a riguardo. Juncker non è solo Presidente della Commissione Europea ma è pure politico. E guarda caso il premier croato come anche Juncker sono entrambi membri del partito popolare. Di conseguenza non mi meraviglio che è stata data precedenza a una decisione politica a scapito di una di dritto.
Reporter: Cosa ne pensa dei controlli al confine con la Slovenia introdotti dall’Austria
Peter Golob: Noi del Partito Stato Buono non appoggiamo questa decisione. Comprendiamo però la decisione in un’ottica politica. Il governo ha tutto l’interesse a dimostrare ai loro elettori che sono responsabili e ci tengono alla sicurezza. Molto dipende però anche dal nostro governo. Il procedimento d’ottenimento dell’asilo politico è pessimo. La stragrande maggioranza dei richiedenti asilo decidono di proseguire verso l’Austria e la Germania. Voglio precisare che anche noi abbiamo delle colpe.
Cosa ne pensa della modalità di voto dei capilista, detti spitzenkandidat, molti la reputano non democratica
Peter Golob: Io penso che questi candidati devono essere individuati in un secondo momento, dopo che viene formato il Parlamento Europeo. Sono infatti i parlamentari a detenere i mandati conferiti dagli elettori per decidere chi potrà essere ai vertici di quale istituzione.
Cosa ne pensi della modalità con la quale viene scelto il Commissario sloveno?
Peter Golob: Credo che non vada assolutamente bene. In questo omento sono solamente i governi a decidere. Dovrebbe esserci invece un chiaro iter da seguire, mi riferisco a un procedimento democratico e non soggetto a interessi partitici.
Il candidato del Partito Nazionale Zmago Jelinčič, ha detto che fino a questo momento l’Unione Europea ci ha solamente posto dei paletti e limitato. Ci ha tolto la sovranità e imposto cose assurde, insomma è arrivato il momento di cambiare. Ed e’ questo il motivo per il quale mi sono candidato oltre che per la difesa degli interessi nazionali.
L’Europa non si è dimostrata particolarmente efficiente nel fronteggiare la crisi migratoria della cosiddetta rotta balcanica
Zmagao Jelinčič: Bruxelless per quanto riguarda i migranti ha attuato in base agli interessi dei grandi paesi quali Germania, Francia e Gran Bretagna. Gli interessi dei paesi piccoli non sono invece mai stati presi in considerazione. La Slovenia non ha mai dato il via a qualche forma di guerra aggressiva e tantomeno è mai stata un paese coloniale di conseguenza non riesco a capire perché’ dovremmo essere ora noi ad ospitare queste persone. È interessante notare che in questo modo la pensano anche i paesi di Višegrad con Orban, ma la pensano così anche l’Italia di Salvini e l’Austria.
Cosa ne pensa del mancato sostegno da parte europea nell’implementazione della sentenza d’arbitrato
Zmago Jelinčič: In Europa ci sono numerosi esperti di diritto internazionale. La sentenza d’arbitrato si basa su fatti errati e di conseguenza non può essere valida. E questo lo sanno anche in Europa e sono in attesa di un altro parere. L’errore è stato commesso già a partire con il memorandum che ha preso in considerazione l’opinione di certi politici svenduti i quali sostenevano che la Slovenia è un paese penalizzato per quanto riguarda l’accesso alle acque internazionali; l’errore è stato nel non considerare i fatti storici e le considerazioni giuridiche. La Slovenia dovrebbe abbandonare l’accordo e presentare tutta la documentazione in possesso con l’obiettivo di ottenere i territori che sono stati storicamente sloveni.
Cosa ne pensa dei controlli al confine con la Slovenia introdotti dall’Austria
Zmago Jelinčič: Beh, è una decisione logica. Gli Austriaci difendono il proprio paese. È una cosa legittima e legale. Anche la Slovenia dovrebbe introdurre delle misure simili. In questo caso sarebbe auspicabile anche l’ingresso della Croazia nell’area Schengen e di conseguenza costruire i centri d’accoglienza lungo i confini esterni. Insomma, la Slovenia potrebbe di conseguenza difendere il proprio confine come lo sta facendo l’Austria.
Dionizij Botter