Il presidente della Camera di Stato, Igor Zorčič, ha sottolineato che nel processo di allargamento, l'Ue deve dare a questi Paesi un chiaro segnale per quanto attiene i termini della loro adesione - e aggiunto - "Sembrerebbe che il processo non solo si sia arrestato, ma ha addirittura preso una direzione sbagliata". Stando alle sue parole, per i parlamenti di alcuni paesi dell'area, come pure per taluni Paesi comunitari, l'allargamento ovverossia l'adesione all'Ue non rappresenta il futuro. Ma seppur scoraggiati dai segnali che giungono dall'Ue - ha detto Zorčič - "Proseguono imperterriti con le riforme necessarie per la loro adesione. Ecco perché - ha ribadito ancora Zorčič - è tanto più importante che la Slovenia come Stato membro dell'UE con, legami storici con i paesi dei Balcani Occidentali e profonda conoscitrice di quest'area, mantenga vivo il dibattito e si adoperi per la sua realizzazione".
Pure i presidenti dei parlamenti serbo Ivica Dačić e montenegrino Aleksa Bečič hanno chiesto a Bruxelles di essere chiara sull'allargamento.
I presidenti dei parlamenti presenti hanno inoltre adottato una dichiarazione congiunta, di cui prenderanno atto anche i loro omologhi comunitari, nella riunione del 6 ottobre a Brdo.
Presente all'incontro pure il presidente Borut Pahor, che nel suo intervento ha evidenziato - "Il processo di allargamento ai Balcani occidentali è sempre più una questione di pace e sicurezza. La Slovenia è sempre stata e rimane sostenitrice del processo di allargamento dell'Ue ai Balcani occidentali e, allo stesso tempo, chiede il rafforzamento di una cooperazione globale tra i paesi della regione". Il capo di stato ha espresso l'augurio che il vertice UE-Balcani occidentali della prossima settimana sia il più esaustivo possibile. Pahor incoraggia il processo di allargamento, ma allo stesso tempo ravvisa una responsabilità reciproca - "La priorità dell'Ue deve essere l'allargamento ai Balcani Occidentali e i Paesi dell'area, per consolidare il loro sviluppo, devono impegnarsi per portare a termine le necessarie riforme". Pahor ha concluso il suo intervento ricordando che l'Unione europea è nata sulla base della riconciliazione tra le nazioni divise dalla Seconda guerra mondiale, con il chiaro intento di impedire il ripetersi di nuove divisioni e contrapposizioni.
Alle parole di Pahor hanno fatto eco quelle del Ministro degli Esteri, Anže Logar: "La politica di allargamento ha un potere di trasformazione ed è una precondizione per un'Europa stabile, sicura e democratica" - Logar inoltre ha ravvisato l'importanza di risolvere le questioni aperte e una cooperazione costruttiva nel dialogo tra Belgrado e Priština, quale prerogativa fondamentale nel cammino europeo.
Corrado Cimador