“Il nostro obiettivo è quello di poter decollare e atterrare di nuovo con gli aerei da ex campi d’aviazione militari o autostrade il prima possibile”.
Il clima da guerra fredda ha smosso anche gli animi dello stato neutrale per eccellenza, la Svizzera, o almeno è così secondo il comandante delle Forze aeree, generale Peter Merz, che parlando a Bottighofen, un comune svizzero di duemila abitanti del Cantone di Turgovia, ha sottolineato la necessità riaddestrare le forze armate, con armi moderne, come il caccia l’F-35, o i droni, ma anche rispolverando vecchie procedure.
“Qualcuno di voi – ha detto - ricorda che i piloti dei caccia decollavano e atterravano di tanto in tanto sulle autostrade?”, ha chiesto il generale. “Abbiamo intenzione di farlo di nuovo il prima possibile: è qualcosa che le forze armate devono imparare di nuovo”, ha aggiunto.
Si tratta di una procedura chiamata “Meccano”, in voga alla fine degli anni cinquanta quando il Parlamento svizzero approvò la realizzazione di venti campi d’aviazione e diverse piste di fortuna sulle autostrade, per far decollare e atterrare i voli militari: tratti di autostrada furono costruiti esattamente in rettilineo per circa due chilometri e dotati spartitraffico rimovibili per essere trasformati rapidamente in piste.
Durante le esercitazioni queste zone potevano diventare aerodromi in meno di sei ore, e due ore dopo il decollo l’autostrada poteva essere riaperta.
Una pratica che per il generale Merz va ripresa, anche con la creazione di unità mobili di aviazione, ha aggiunto, “in grado di trasformare un’autostrada in una pista di decollo e atterraggio, di farla funzionare e di sorvegliarla”.
Alessandro Martegani