Foto: BoBo
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Gli Stati membri dell'Unione europea potrebbero venir presto obbligati a consegnare ai cittadini che ne fanno richiesta una versione digitale dei documenti di identità. Sebbene l'iniziativa prometta numerosi vantaggi in termini di semplificazione e sicurezza, le criticità non mancano. Uno dei principali punti di forza evidenziati dalla Commissione è la protezione dalle frodi e dai furti di identità, con l'uso di "alti livelli di cripto-protezione". Tuttavia, nonostante l'implementazione di misure di sicurezza avanzate, la crescente digitalizzazione dei dati personali espone inevitabilmente i cittadini a nuovi rischi. Gli attacchi informatici contro le istituzioni governative europee e le infrastrutture digitali non sono rari, e l'idea di caricare documenti sensibili, come passaporti e carte d'identità, su uno smartphone potrebbe far sorgere legittimi dubbi sulla loro effettiva sicurezza. Inoltre, c’è il rischio che la progressiva digitalizzazione porti a una discriminazione indiretta nei confronti di chi non ha familiarità con le tecnologie digitali o non possiede dispositivi adeguati. Un altro aspetto evidenziato dal commissario alla Giustizia, Didier Reynders, riguarda l'impatto positivo che la digitalizzazione avrebbe sulla competitività delle imprese, facilitando l'accesso ai servizi digitali. Se da un lato ciò potrebbe effettivamente semplificare le operazioni commerciali e favorire lo sviluppo economico, dall'altro occorre considerare le implicazioni per la privacy dei cittadini. Gli Stati membri saranno tenuti a fornire ai propri cittadini un'applicazione per l'identità digitale entro il 2026, ma è lecito chiedersi se tutti siano pronti per questa trasformazione digitale. Il modello di business del portafoglio digitale, inclusi l'emissione, l'uso e la revoca, sarà gratuito per tutte le persone fisiche. Inoltre, saranno implementate misure per evitare discriminazioni nei confronti di coloro che scelgono di non utilizzarlo.

M.N.