Ancora elezioni ed ancora Covid-19: la Bulgaria si prepara alle nuove elezioni anticipate di domenica 14 novembre, le terze consecutive a partire dallo scorso aprile. La giornata elettorale coincide con un nuovo picco di contagi e morti da Covid-19: la Bulgaria sta infatti segnando numeri record, anche perché a tutt'oggi è il paese UE con meno vaccinati, appena sopra il 20% della popolazione.
Secondo molti analisti, proprio la forte instabilità politica è una delle cause principali della debole campagna vaccinale, che va a sommarsi alla tradizionale scarsa fiducia dei cittadini bulgari nei confronti delle istituzioni.
I sondaggi danno la vittoria al movimento GERB, dell'ex primo ministro Boyko Borisov, defenestrato politicamente lo scorso aprile dopo un decennio al potere a seguito di lunghe proteste di piazza con accuse di nepotismo e corruzione.
Anche se uscirà primo dalle urne, GERB è però totalmente isolato. Per la formazione di un nuovo governo, quindi, sarà fondamentale vedere quale sarà il risultato dei cosiddetti "partiti della protesta", che nelle tornate precedenti non sono riusciti a creare solide alleanze in parlamento.
Il rischio concreto è la ripetizione dello scenario apertosi già ad aprile e a luglio, con un parlamento diviso ed incapace di dare una prospettiva politica alla Bulgaria, e lo spettro di nuove elezioni anticipate che metterebbero in seria crisi l'intero sistema istituzionale.
I cittadini sceglieranno anche un nuovo capo dello stato: largamente favorito è il presidente uscente Rumen Radev, eletto coi voti socialisti, che proverà a spuntarla già al primo turno.
Francesco Martino