"Il governo sloveno ha informato la Commissione che il Parlamento sloveno esprimerà il proprio parere sul candidato proposto per la carica di commissario venerdì. Solo dopo questo passaggio la nomina del candidato sarà completa e ufficiale". Il 17 settembre sarà una data decisiva per il secondo mandato di Von der Leyen. Si attende con grande interesse la distribuzione dei portafogli ai commissari designati, che a fine mese, probabilmente il 23, inizieranno le audizioni in Parlamento, un processo il cui esito non è affatto scontato. Tra i motivi che hanno portato all’allungamento dei tempi vi potrebbe essere pure quello legato alle quote rosa; la presenza femminile sarebbe infatti stata ritenuta troppo bassa dalla von der Lyen, che ha chiesto ai singoli Paesi di indicare due nomi, un uomo e una donna. Alcuni membri, cioè la Romania e appunto la Slovenia, hanno cambiato candidato e indicato una donna. “Senza la mia lettera, e senza la discussione che ne è nata, ci sarebbero stati 4 donne e 21 uomini su 25 commissari, ad esclusione della presidente e dell'Alto Rappresentante. Adesso siamo arrivati a doppia cifra", ha detto sull'argomento la presidente. Ma a tenere banco è soprattutto la questione sul ruolo da assegnare al rappresentante italiano, il Ministro per gli affari europei Raffaele Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, formazione appartenente all’estrema destra del Ecr, il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, che è stato indicato dalla premier Giorgia Meloni come commissario nella nuova Commissione europea. Sono stati diversi i gruppi ad esprimere perplessità sulla possibile vicepresidenza della Commissione da parte di Fitto, secondo i liberali del Renew “i Commissari dovrebbero dimostrare un impegno europeo. Chiederemo loro di confermare di credere fermamente nell'ulteriore integrazione dell'Ue come progetto politico", si legge in un comunicato. Pure la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez ha affermato che “portare proattivamente l'Ecr nel cuore della Commissione sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista". "Ciò che viene riportato sulla composizione della prossima Commissione europea rischia di andare oltre l'intesa che avevamo con la presidente von der Leyen, lo ha invece detto il presidente del Pse, Stefan Lofven.
Dionizij Botter