Nonostante la battaglia dura portata avanti dall'opposizione il partito socialista spagnolo e i suoi alleati hanno approvato con 177 voti a favore (172 contrari) la legge di amnistia per i 370 accusati nel processo secessionista in Catalogna. Inutile il veto imposto dal Partito Popolare al Senato, vistoil voto odierno alla Camera bassa che apre all’iter per l’applicazione di questa decisione storica.
Ora la palla passa alla magistratura. I giudici hanno la responsabilità di applicare questa legge a coloro che sono stati coinvolti nel processo culminato nella dichiarazione unilaterale di indipendenza dell'ottobre 2017, tra cui l'ex presidente della Generalitat e leader di Junts, Carles Puigdemont con il quale Pedro Sanchez in questi mesi ha mediato in cambio dell’appoggio al suo governo dopo le ultime elezioni generali.
Per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale bisognerà, però, attendere il ritorno del Re, in visita ufficiale in El Salvador, la cui firma sancirà l’entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato.
Pedro Sánchez non era presente al dibattito sulla legge, ma ha preso parte al voto in un'aula in cui si risuonavano le grida provenienti dai banchi dell'opposizione: “Sánchez traditore”. I partiti che hanno negoziato questa legge, Junts e Erc, si sono detti soddisfatti della decisione, mentre i popolari hanno parlato di un cedimento di Sanchez in favore dei "sostenitori pro-indipendenza" per restare alla Moncloa.
Barbara Costamagna