Foto: Reuters
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Migliaia di manifestanti si sono riuniti ieri a Bratislava, per protestare contro il primo ministro populista Robert Fico. Una data non casuale visto che questo 17 novembre ricorreva il trentacinquesimo anniversario dell'inizio della Rivoluzione di velluto, che pose fine a decenni di regime comunista nell'ex Cecoslovacchia.

La protesta ha unito le opposizioni, tra cui i liberali di Slovacchia Progressista, Libertà e Solidarietà e i conservatori cristiano-democratici, tutti concordi sul fatto che Fico rappresenti una minaccia per la democrazia. Da tutti i leader dei principali partiti presenti alla protesta, infatti, sono giunte accuse di autoritarismo nei confronti del premier e del suo esecutivo e rassicurazioni sul fatto che si farà di tutto perché il paese resti “una nazione di persone libere”.

Fico ha vinto le elezioni lo scorso anno con il suo partito di sinistra 'Smer' sulla base di un programma pro-russo e anti-americano. Il suo governo ha adottato una contestata riforma della televisione pubblica, alla quale si sono aggiunte una revisione del codice penale e l'eliminazione della figura del procuratore speciale anti-frode.

A livello europeo Fico porta avanti una linea molto vicina alle posizioni di Orban, tanto che il primo ministro slovacco ha bloccato gli aiuti militari del suo Paese a favore di Kiev, chiedendo di congelare l’adesione dell’Ucraina alla Nato. Inoltre Fico è contrario alle sanzioni europee contro la Russia e intenderebbe recarsi a Mosca per una visita ufficiale.

Barbara Costamagna