Vari i temi sul tavolo, dalla difesa comune al dossier migranti, su cui le posizioni restano ancora distanti, con il fronte orientale tradizionalmente ostile alla questione accoglienza. Intervenendo nella discussione in merito ai metodi per affrontare la crisi economica e l'emergenza migratoria che stanno affliggendo l'Europa, Borut Pahor ha sottolineato come l'impegno che l'Ue mette nell'affrontare la questione migranti risulti nettamente inferiore agli sforzi compiuti nel risolvere quella economica. "Solo un intervento congiunto e adeguato della comunità internazionale potrà risolvere il problema", ha spiegato. Secondo il capo di Stato sloveno, in questo momento sono due le emergenze che assillano l'Unione europea, la Brexit e la gestione dei flussi migratori. "Fino a quando non saranno risolte, sarà difficile immaginare un futuro comune", ha commentato il presidente. Dello stesso avviso anche il capo di Stato italiano Sergio Mattarella che ha lanciato un monito all'Europa, chiedendo una gestione sostenibile e comune dell'emergenza migrazione, che abbia la capacità di affrontare e governare il fenomeno. Mattarella è andato diritto al cuore del problema esigendo un meccanismo che attribuisca all'Unione europea il compito dei rimpatri di chi non merita asilo, che preveda una ripartizione degli arrivi in modo da poter gestire tutti, in maniera collaborativa, un fenomeno di questa portata. I Paesi partecipanti hanno infine chiesto un'Unione europea forte e inclusiva, con istituzioni comuni e condivise, che riesamini costantemente con occhio critico il proprio lavoro e sia in grado di riformarsi. Questi sottolineano inoltre che bisogna contrastare il ritorno a un'Europa in cui i Paesi non siano più partner uguali ma rivali, poiché costituirebbe un arretramento verso ristretti interessi contrastanti, contrario a un futuro condiviso e sostenibile su un pianeta divenuto fragile.
Maja Novak