Il capo dello stato sloveno ha sostenuto la dichiarazione congiunta dei partecipanti alla nuova "Piattaforma di Crimea", esprimendo appoggio all’integrità territoriale e all'indipendenza dell'Ucraina, all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti, al contempo si è adoperato per un dialogo aperto tra Kiev e Mosca e tra Russia e Unione Europea. L'appuntamento, arrivato in un periodo di crescente instabilità nella regione e in ambito mondiale in generale, viene visto da Pahor come un importante passo verso l'impegno comune affinché' l'annessione illegale della Crimea resti ad occupare un alto posto nell'agenda della comunità internazionale. La Slovenia, ha aggiunto Pahor, condivide la preoccupazione per il peggioramento della situazione in Crimea sul piano di diritti umani e ha invitato la Russia ad attenersi ai suoi obblighi in conformità con i principi del diritto internazionale umanitario.
Lo scopo dell'incontro di Kiev, come evidenziato dal presidente ucraino Zelensky è quello di garantire "il coordinamento degli sforzi internazionali per il ritorno della Crimea all'Ucraina". Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel ha sottolineato che l'Ucraina, con la Crimea parte integrante, non resterà mai sola. All'evento hanno preso parte rappresentanti di tutti i Paesi dell'Unione Europea e tra gli altri, di Stati Uniti, Giappone, Turchia, Georgia e Moldova, nonché della Nato. Oltre 40 i paesi presenti, una 15.ina rappresentati da premier o capi di stato, altri da ministri o viceministri degli Esteri.
L'evento si è svolto alla vigilia del 30.esimo anniversario della dichiarazione di indipendenza da parte dello stato ucraino.
Duro il commento della Russia all'incontro di Kiev. "Valutiamo questo evento come estremamente ostile nei confronti del nostro paese", in funzione antirussa”, ha commentato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.
Delio Dessardo