Prove di dialogo tra Sofia e Skopje: martedì scorso nella capitale macedone si sono incontrati i nuovi premier dei due paesi, il centrista bulgaro Kiril Petkov e il socialdemocratico macedone Dimitar Kovačevski, entrato in carica soltanto il giorno prima.
Al centro del dialogo, c'è il rilancio delle relazioni bilaterali, divenute sempre più complicate negli ultimi anni: Bulgaria e Macedonia del nord sono ai ferri corti per irrisolte questioni storiche e culturali, che un trattato di buon vicinato sottoscritto nel 2017 non è riuscito a risolvere. Un'impasse che nel 2020 ha spinto Sofia a porre il veto all'apertura dei negoziati europei per Skopje.
I due premier hanno provato ad abbassare i toni dello scontro, e a far ripartire la diplomazia. Kovačevski ha dichiarato che la Macedonia del nord non ha pretese territoriali nei confronti della Bulgaria, mentre entrambi i premier hanno annunciato l'intenzione di lanciare un collegamento aereo diretto tra le due capitali entro un paio di mesi.
Passi avanti simbolici, ma che promettono un atteggiamento più pragmatico da entrambe le parti per superare lo stallo, che al momento blocca indirettamente anche il percorso europeo dell'Albania, legato a doppio filo con quello della Macedonia del nord.
L'obiettivo potrebbe però essere complicato da raggiungere, almeno in tempi brevi: nei due paesi non manca chi insiste su posizioni di scontro, e secondo gli ultimi sondaggi, almeno il 70% dei cittadini bulgari al momento supporta il mantenimento del veto.
Francesco Martino