La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, appoggia l'introduzione di un certificato europeo sulla vaccinazione contro il Covid-19, che sarebbe valido in tutta l'Unione, ma i diritti garantiti da tale certificato devono ancora essere discussi a livello UE. È stato il premier greco, Kiriakos Mitsotakis, a proporre l'introduzione del certificato che consentirebbe nuovamente ai cittadini di viaggiare e promuoverebbe quindi il turismo. Allo stesso tempo però giungono avvertimenti che l'idea potrebbe potenzialmente essere tossica e prematura, dato che non tutti i cittadini avranno la possibilità di vaccinarsi. Questa sarebbe quindi un'ovvia discriminazione. Bruxelles, a riguardo, precisa anche che non è ancora chiaro se una persona vaccinata può trasmettere il virus oppure no. Il direttore esecutivo di Pfizer ha infatti affermato di non avere ancora informazioni affidabili a riguardo, solo a febbraio si attende maggiore chiarezza.
Intanto nell'Ue i vaccini contro il coronavirus iniziano a scarseggiare. Secondo il Ministero della Salute tedesco, "la Commissione europea e i paesi membri dell'UE sono stati informati che Pfizer non sarà in grado di mantenere quanto promesso" riguardo la distribuzione dei vaccini "nelle prossime tre o quattro settimane". Il colosso farmaceutico americano ha affermato che nell'impianto di produzione in Belgio sono in corso dei lavori per aumentare la produzione da metà febbraio. La presidente della Commissione Ue "non appena saputo del ritardo nella produzione", ha chiamato l'amministratore delegato di Pfizer che l'ha rassicurata: "Tutte le dosi previste per l'Ue saranno consegnate nel primo trimestre".
E. P.