Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Quasi una cinquantina di persone era presente ieri sera in Piazzale Europa, antistante all'edifico centrale dell'Università degli Studi di Trieste, per un incontro pubblico, organizzato dal gruppo Assemblea per la Palestina, per discutere della situazione della Palestina e del corteo di Roma di sabato scorso, in cui ci sono stati scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.

I rappresentanti dell'assemblea evidenziano quella che ritengono una repressione sistematica da parte del governo italiano ed inoltre continuano a chiedere alle Università italiane di cessare le collaborazioni con gli atenei israeliani e con le imprese belliche, responsabili di quello che definiscono il "genocidio" del popolo palestinese.

Difficile anche far sentire le proprie idee, spiega Ines, una delle rappresentanti dell'Assemblea per la Palestina: "Oggi in Friuli Venezia Giulia, soprattutto nelle Università, è molto complesso parlare di Palestina, anzitutto perché si parte sempre dal presupposto che l'Università debba essere un luogo libero, in cui viene coltivato il sapere, ma di fatto la narrazione che viene propugnata dall'Università, altro non è che alla stregua di questo governo. È una narrazione filosionista, che appunto tende a coprire ogni qualsivoglia crimine ed i delitti umanitari che vengono perpetrati in Palestina, che di fatto sta subendo da più di ottant'anni un'occupazione coloniale ed un genocidio. Parlare appunto di Palestina è molto complesso perché ci si scontra con un muro, per quanto riguarda la governance, in quanto vengono vietati tutti i momenti in cui si possa parlare di Palestina e si possa discutere di quello che sta succedendo. Viene appunto vietato in primis dalla governance e poi anche dalla questura di Trieste. Quindi è sicuramente molto complesso parlare di Palestina e di fatto questo non fa che aumentare la nostra rabbia e rafforzare le nostre istanze nei confronti del popolo palestinese e della resistenza tutta".

Il gruppo recentemente ha portato avanti un'iniziativa tra Gorizia e Nova Gorica, collaborando anche con le realtà pro palestinesi della Slovenia, come ci ha spiegato Maryam, sempre dell'Assemblea per la Palestina: "È stata una manifestazione importantissima, ha unito appunto i territori ed ha unito le controparti ed ha unito due ruoli differenti, perché la parte italiana, diciamo, ha avuto un ruolo importante e la parte slovena, invece, ha raccontato del boicottaggio che avviene soprattutto oltre confine, perché ricordiamo che questo confine ha un ruolo chiave in quello che è il passaggio di armamenti e di materiale militare. Passare il confine in corteo è stato importante proprio per mandare un messaggio unitario dei due popoli, le cui identità possono essere diverse, ma che si ritrovano nella lotta antifascista e antisionista".

Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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