La contrapposizione sulla guerra in Medio Oriente è emersa anche a margine della cerimonia alla Risiera di San Sabba. Rompendo il cerimoniale il rabbino capo di Trieste Alexander Meloni è intervenuto prima della funzione religiosa, denunciando la rinascita di un sentimento d’intolleranza verso Israele e gli ebrei: “L'antisemitismo – ha detto a margine della cerimonia - è di nuovo molto liberato nella parola, nei gesti, nei fatti, e soprattutto nelle manifestazioni frequentate dai giovani, ed è questo che è estremamente preoccupante. Deturpare delle parole come ‘genocidio’ o ‘olocausto’, o confondere vittime e carnefici è preoccupante, perché l'antisemitismo è solo la prima tappa di qualcosa di più grave. Tutte le società che hanno iniziato con l'antisemitismo sono finite molto male, come è successo in Italia”.
“Quello che mi dispiace e mi preoccupa molto è vedere da dove viene questo antisemitismo: c'è stato un errore nell’interpretare la storia: quando si parla di fascismo, si pensa sempre a partiti di destra, ma in realtà era nazional socialismo. Bisogna ricordare questo fatto, e non è del tutto casuale che l'antisemitismo oggi torni da parte delle sinistre. Esiste un antisemitismo specifico delle destre, che non deve essere negato, e che deve essere combattuto, ma oggi l'antisemitismo più pericoloso e più attivo viene dalle sinistre, e questo mi preoccupa particolarmente, perché i giovani, ed è giusto che sia così, sono molto sensibili a questi movimenti sociali in cui ci si interessa agli altri. È un punto di riflessione molto importante”.
Riguardo agli slogan e ai contenuti diffusi nelle manifestazioni pro Palestina, Meloni ha ribadito che “voler cancellare lo Stato d'Israele è esattamente comportarsi come si sono comportati i nazifascisti. Negare a Israele e al popolo ebraico di avere un posto, anche se può essere ridotto, è esattamente la stessa cosa, è ripetere la storia. Non si può tollerare che si dicano frasi come ‘Palestina tra il fiume e il mare’, perché significa riprendere uno slogan assolutamente antisemita e che inneggia alla Shoah”.
Una posizione ben distante rispetto a quella del presidente del Centro culturale islamico di Trieste, Akram Omar, che ha invece ricordato le migliaia di vittime nella striscia di Gaza. “Questo 27 di gennaio – ha detto – ha un sapore amaro: questa giornata è stata istituita affinché eventi tragici come quelli del fascismo e del nazismo non possano più accadere. Purtroppo non abbiamo raggiunto questi risultati: guardo a Gaza dove sono stati commessi crimini orribili. È stata uccisa l'umanità a Gaza, e questo ci deve far riflettere, tutti quanti dobbiamo farci un esame di coscienza”.
“Dio, nel Corano, in un versetto rivolto principalmente al popolo d'Israele, dice ‘chi uccide un'anima è come se avesse ucciso tutta l'umanità, chi salva un'anima, come se avesse salvato tutta l'umanità’. A Gaza sono stati uccisi oltre 50.000 civili: significa che l'umanità è stata uccisa oltre 50.000 volte e questo ci deve davvero far riflettere, tutti quanti, cittadini, politici, governanti, e spingerci a fare un esame di coscienza e non girarci dall'altra parte”.
Alessandro Martegani