
Creare materiali che simulano quelli della natura, con applicazioni pressoché infinite. È il progetto del SFG – VISpLab, realtà che fa parte del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste, insediata presso l’Istituto Officina dei Materiali del CNR nel campus di Basovizza di Area Science Park, vicino alla luce di Sincrotrone.
Negli anni la struttura è diventata un’eccellenza unica al mondo nel panorama scientifico internazionale: il laboratorio, visitato da esponenti dell’amministrazione regionale e dalla stampa, lavora con la spettroscopia laser, per indagare e comprendere a livello atomico le proprietà delle superfici della materia.

Lo scopo è ottenere materiali “biomimetici”, che imitano le molecole complesse presenti in natura, come ad esempio gli enzimi, e che si prestano a diverse applicazioni come conferma Erik Vesselli, responsabile del laboratorio e docente di Fisica sperimentale della materia all’Università di Trieste.
“Il laboratorio – spiega - impiega come modalità innovative e uniche la spettroscopia non lineare ottica con sorgenti laser per studiare a livello dei singoli atomi, delle singole molecole, il comportamento fisico e chimico delle superfici dei materiali”.
“Il nostro scopo è quello di sintetizzare e caratterizzare, con un approccio unico al mondo, materiali che imitano molecole complesse presenti in natura.

Recentemente abbiamo costruito un nostro strumento, un elettrospray molecolare, che ci permette di assemblare, partendo dai singoli mattoncini, dei nuovi materiali biomimetici. Si tratta di materiali che hanno un’importanza applicativa potenzialmente strategica e fondamentale in molti settori, come ad esempio l'accumulo di energia, la sintesi di vettori energetici, l'elettronica, la spintronica e tanti altri”.
Impiegando questo approccio innovativo, il laboratorio è riuscito ad esempio a sintetizzare un nuovo materiale basato sul grafene, che imita in due dimensioni il comportamento della vitamina B12, importantissima in natura.
Alessandro Martegani