Una storia mitica quella del Rex, soprattutto per gli abitanti di Isola che da ottanta anni crescono con la consapevolezza che nei fondali della costa che porta a Capodistria si trova questo transatlantico da record. Non è un caso, quindi, che a quasi un secolo dal suo bombardamento e affondamento alla Casa della cultura di Isola è stato organizzato un incontro commemorativo dedicato alla nave che fu immortalata anche in un film di Fellini, che ne sancì il definitivo mito.
Presentata una mostra e la monografia sulla storia dell’imbarcazione, pubblicata lo scorso anno dal Museo del mare di Pirano. E proprio il direttore di questa istituzione, Franco Juri parlando del libro della storica Nadja Terčon, ha voluto sottolineare come esso sia l’unica pubblicazione in lingua slovena su questa imbarcazione e sulla sua storia. Un libro che Juri spera possa essere ripubblicato con il sostegno del Comune di Isola per arricchire ulteriormente la memoria cittadina.
Una memoria che sopravviveva a livello locale, ma che sino agli anni duemila era rimasta sommersa a livello nazionale, sulla quale ha deciso di iniziare a lavorare qualche anno fa la Terčon, che con l’aiuto di alcuni colleghi ha raccolto tutto il materiale disponibile sul transatlantico e sulla sua tragedia per ricostruirne la storia prima e dopo la sua fine.
Una memoria che continua a restare viva anche grazie ai quadri del pittore Marjan Kralj che ha fatto della Rex la sua musa ispiratrice, fondando addirittura nel centro cittadino una galleria museo dedicata proprio al transatlantico.
Un grande amore, quindi, quello tra gli isolani e il Rex, che secondo l'organizzatore di questo incontro Gorazd Budal dovrebbe essere maggiormente valorizzato dalla città, al pari di un altro simbolo: la Parenzana. In conclusione, oltre alla cartolina commemorativa, è stata presentata per la prima volta al pubblico anche la nuova scultura di Slavko Franca, un altro cultore di quello che come dimostrava il folto pubblico presente è un mito ancora vivo anche al di fuori del Comune di Isola.
Barbara Costamagna