Un intervento denso, emotivo, preciso dal punto di vista storico quello del presidente Mattarella con alcuni passi simbolici di alto valore morale. Egli ha ricordato che sono passati quasi vent'anni da quando il Parlamento italiano istituì la legge che vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani,fiumani e dalmati. "Vicende prima sottaciute, quasi non fossero parte integrante della nostra storia" ha detto il capo dello stato", ribadendo la condanna per inammissibili tentativi di negazionismo e giustificazionismo. Con l' invito a non strumentalizzare la storia e le sofferenze egli ha ricordato gli sforzi profusi nel raggiungimento di una memoria condivisa. "Nessuno deve avere paura della verità perché la verità è libertà", ha detto Mattarella aggiungendo come l'Italia non ha avuto timore di scavare nella propria storia e riconoscere omissioni, errori e colpe. "Il rischio più grave di fronte alle tragedie dell'umanità non e' il confronto di idee ma l' indifferenza che genera rimozione ed oblio", ha aggiunto il presidente italiano secondo il quale le tragedie del confine orientale devono essere un monito che ci rivela come l' unica alternativa alla guerra sono la civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale e della democrazia. In questo contesto ha citato pure l' insensata invasione russa dell' Ucraina e la pericolosa situazione dei Balcani occidentali ai quali va aperto il cammino d' integrazione europea. "Italia, Slovenia e Croazia grazie agli sforzi congiunti e al percorso UE, hanno fatto insieme passi di grande valore" ha detto Mattarella che ha ricordato la ricchezza rappresentata dalle rispettive minoranze che vanno sentite e tutelate.
"La pace tra i nemici di un tempo è la prova concreta di come l'Unione europea sia la cosa giusta" ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani. Nel suo intervento, oltre che a ricordare le tragedie del passato e a indicare alcuni precisi episodi, egli si è soffermato sull'immagine -che ha definito storica- tra il presidente Mattarelle e lo sloveno Borut Pahor, tre anni fa sulla foiba di Basovizza. "E' la dimostrazione di come, chi si è combattuto un tempo può costruire un presente e un futuro di pace", ha detto Tajani.
Nel corso della cerimonia al Quirinale, iniziata con la proiezione di un documentario, primo ad intervenire e' stato Giuseppe de Vergottini della FederEsuli. Egli ha ricordato che l'istituzione del Giorno del Ricordo nel 2004 ha aiutato a superare la censura, ha riavvicinare il mondo degli esuli e dei rimasti e ha illustrato l'impegno congiunto con l'Unione italiana per la marcatura delle foibe poiché ha detto "in questo rinnovato rapporto di amicizia tra i tre paesi e nello spirito dei valori comuni europei sarebbe giusto conoscere i siti dove portare un fiore".
Oltre che alle massime cariche dello stato, i presidenti di Camera e Senato, diversi ministri, presente alla cerimonia pure una delegazione della Comunità nazionale italiana: il presidente dell'UI e dell'Assemblea, Maurizio Tremul e Paolo Demarin, i deputati ai seggi specifici dei parlamenti di Lubiana e Zagabria,Felice Žiža e Furio Radin, il presidente del Consiglio della minoranza della Regione istriana, Gianclaudio Pellizzer. La cerimonia è stata accompagnata da alcuni brani musicali eseguiti dall'Orchestra d'archi del Conservatorio "Giuseppe Tartini" di Trieste e dalla lettura di alcuni brani di Egea Haffner, tratti dal libro "La bambina con la valigia di cartone". Egea Haffner, che è diventata il simbolo dell'esodo giuliano -dalmata grazie alla fotografia che la ritrae a 4 anni con in mano una valigia, era pure presente all' odierna cerimonia.
Lionella Pausin