“Una lunga e utile discussione con il nuovo Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni”. Così il presidente Borut Pahor ha raccontato il breve colloquio avuto con la premier italiana a Sharm el-Sheikh, margine della conferenza COP27 sui cambiamenti climatici.
Accanto ai temi ambientali, il vertice (che ha messo in luce la generale considerazione che non si sta facendo abbastanza bloccare, ma nemmeno per rallentare il processo in corso sul clima del pianeta) è stato anche l’occasione per Meloni per incontrare Capi di Stato e di governo.
Fra questi anche il presidente Pahor che ha posto alla Premier il tema della minoranza slovena in Italia, ricevendo rassicurazioni su un atteggiamento favorevole alla tutela e ai diritti della comunità di lingua slovena in Friuli Venezia Giulia. Entrambi i paesi poi, ha aggiunto, si sono impegnati a proseguire gli ottimi rapporti in corso.
Meloni ha avuto anche occasione d’incontrare il suo omologo croato Andrej Plenković con cui ha affrontato, ha raccontato lo stesso Premier croato, i temi dei “cambiamenti climatici, della transizione verde e in generale alle questioni di portata globale”.
Il colloquio che ha però avuto più eco sulla stampa italiana è stato quello con il leader egiziano Abdel Fattah al Sisi: Italia ed Egitto, dopo anni di gelo seguiti all’omicidio di Giulio Regeni da parte dei servizi segreti del Cairo, sembrano aver deciso di tornare a parlarsi, e lo stesso Al Sisi ha espresso la propria “aspirazione” a dare “nuovo impulso” alle relazioni fra Roma e il Cairo.
Sul tavolo ci sono questioni essenziali per i due paesi, come la fornitura di energia, la gestione dei migranti, ma anche la vendita all’Egitto di 24 caccia Eurofighter Typhoon, costruiti da un consorzio internazionale con Spagna, Germania, e Inghilterra, ma di cui l’Italia è capofila: una partita da quattro miliardi di euro, di fatto congelata dopo i casi di Giulio Regeni e di Patrick Zaki.
Meloni, dice una nota della Presidenza del Consiglio, avrebbe espresso con al Sisi “forte attenzione dell’Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki”, ma l’impressione è che la questione sia passata in secondo piano e che l’Egitto abbia interpretato questo passo come l’apertura di un capitolo nuovo nelle relazioni con Roma.
Il Cairo ha infatti auspicato che il colloquio “rappresenti un nuovo impulso per lo sviluppo delle relazioni, che si basano su profondi legami storici con dimensioni politica, economica, di sicurezza e culturale”, limitandosi a dire che “l'incontro ha toccato anche la questione dello studente italiano Regeni e della cooperazione per raggiungere la verità e ottenere giustizia”, senza però fornire alcun impegno concreto per dare una svolta a un’inchiesta su cui l’Egitto ha più volte dimostrato di non voler collaborare.
Alessandro Martegani