Foto: MMC RTV SLO
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"Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici". Queste le parole, affidate ad una nota, del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dopo aver ricevuta la notizia di un'indagine per concorso in corruzione nei suoi confronti. Il primo cittadino della città lagunare aggiunge: "L'ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata. Com'è noto, ed ho spiegato pubblicamente, quella è un'area già edificabile da prima della mia amministrazione".

Oltre a Brugnaro sono indagati il capo di Gabinetto del sindaco e direttore generale del Comune, Morris Ceron, e il vicecapo di Gabinetto Derek Donadini. La vicenda che coinvolge il primo cittadino lagunare riguarderebbe le trattative di vendita all'imprenditore Chiat Kwong Ching, di Singapore, dell'area dei "Pili" che si affaccia sulla laguna di Venezia.

Un colpo duro quello che ha scosso il Comune di Venezia, con l'operazione della Guardia di Finanza che ha portato ad un'indagine su diciotto persone e all'esecuzione di dieci misure cautelari disposte, a vario titolo, dal giudice per le indagini preliminari, oltre all'arresto dell'assessore comunale alla Mobilità Renato Boraso, coinvolto pare per la sua attività di consulente finanziario, e dell'imprenditore edile Fabrizio Ormenese.

All'odierno Consiglio Comunale, già precedentemente calendarizzato, non sarà presente il sindaco Brugnaro, che ad un vertice con gli esponenti della maggioranza comunale di centrodestra, svoltosi in queste ore, ha dichiarato: "Si va avanti". All'incontro hanno preso parte gli assessori e i consiglieri comunali dei partiti - Fi, Fdi, Lega, Lista Brugnaro - che sostengono il sindaco.

Nel frattempo, si muovono anche i comitati cittadini di opposizione a Brugnaro e i centri sociali. Sempre per oggi è prevista una manifestazione di protesta, promossa dal Centro sociale Rivolta, per chiedere le dimissioni del primo cittadino.

Davide Fifaco