Una vicenda non facile quella dell'impresa di Fiume come è emerso in questi tre giorni di convegno che hanno tirato le fila dello stato della storiografia internazionale su di essa. Una pagina della storia veramente complessa e ricca di zone grigie che rendono ancora difficile dare un'interpretazione univoca di quei fatti. A questo si aggiunge l'utilizzo postumo fatto dell'impresa dannunziana da parte del fascismo, che ha diffuso l'idea di essere la continuazione naturale del dannunzianesimo e dei legionari; interpretazione messa invece in discussione dagli ultimi studi fatti in questo ambito.
Una storia contesa, sulla quale ci vorrà probabilmente parecchi anni per riuscire a svincolarla dai pregiudizi ideologici, per guardare finalmente a quei mesi in un modo più sereno. Forse a ciò potrà servire questo centenario e i piccoli passi che si stanno facendo.
Anche in Croazia, infatti, si inizia, con non poche difficoltà, a parlare di questi eventi come dimostrano la presenza di storici croati al Vittoriale, la mostra che verrà inaugurata il 12 settembre e la ricerca portata avanti da un giovane cineasta che sta preparando un film documentario su D'Annunzio a Fiume.
Un altro passo avanti è stato fatto con la riesumazione del corpo di Riccardo Gigante, legionario trucidato dopo la guerra, trasportato qualche mese fa in Italia insieme a sei militari presenti nella stessa fossa comune a Castua. Qui al Vittoriale l'aspetta nel mausoleo il suo sarcofago e il presidente della fondazione Giordano Bruno Guerri ha annunciato che i resti di Riccardo Gigante verranno portati al Vittoriale per farlo seppelire vicino agli altri uomini di D'Annunzio, chiudendo in qualche modo un cerchio di una storia che nel bene e nel male fa parte di Fiume.
Peccato, però, che la copia della testa dell'aquila staccata dalla sua gemella a Fiume nel 1919 dai legionari probabilmente per ora non tornerà. Nonostante la disponibilità dimostrata dal Vittoriale nei confronti della città di Fiume che aveva richiesto di riaverla indietro, dopo le polemiche sollevate a Trieste per la statua dedicata a D'Annunzio e l'invito di un attivista antifascista italiano, accolto dal sindaco Vojko Obersnel, di condannare questa iniziativa, i contatti si sono congelati, per volontà della città di Fiume, bloccando parzialmente quello che è un percorso di avvicinamento avviato tra le istituzioni culturali italiane e croate, che sebbene continuino ad avere interpretazioni diverse hanno dimostrato in questi giorni di saper dialogare.
Il tutto nasce, ha detto Guerri, da polemiche civili, che lui, però, non condivide, visto che per quanto riguarda la statua ha detto si tratta di un'opera "dedicata al D'Annunzio letterato, che c'entra con Trieste essendo il massimo rappresentante dell'irredentismo del quale Trieste era una città simbolo".
Il 12 settembre, quindi, ha annunciato ufficialmente che la statua sarà inaugurata alle ore 12 in piazza della Borsa, augurandosi che questo non provochi ulteriori polemiche.
Barbara Costamagna