Il Terzo polo ancora non c'è, ma occupa l'agenda agostana e smuove le acque di tutto l'arco della politica italiana. Non pervenuti i punti programmatici né i temi del dibattito in vista del voto. E' questa la fotografia della situazione politica nel Belpaese.
Se la legge elettorale con la quale si andrà a votare il 25 settembre sembra favorire un bipolarismo che fa capo a Giorgia Meloni per il centrodestra, e a Enrico Letta per il centrosinistra, in questi giorni si parla con maggiore insistenza della nascita di un terzo polo. Lo fa da tempo il numero uno di Italia Viva, Matteo Renzi, che invita Carlo Calenda a unire le forze dopo lo strappo con Letta. Per ora il leader di Azione non scopre le carte, conferma che i due si stanno parlando, ma non è ancora fissato un incontro. Le chiacchiere sul terzo polo hanno smosso le acque anche nella coalizione di centrodestra, che avanza spedita nei sondaggi verso una vittoria data per certa. Anche se gli sherpa dei tre partiti della coalizione sono impegnati nella stesura dle programma, l'animo centrista riconducibile al governatore ligure Toti ha spinto il gruppo di moderati a chiedere maggiore spazio per le candidature. Come se non bastasse, Silvio Berlusconi ha dichiarato di volersi candidare al Senato come capolista dopo aver ricevuto pressioni in tal senso, parole sue, dentro e fuori Forza Italia. Nel centrosinistra invece lo strappo di Calenda con Enrico Letta ha dato il via libera al dialogo con varie forze progressiste per il campo largo, preservando quello con +Europa. Secondo alcune indiscrezioni esiste già un accordo con il Movimento 5Stelle, uno dei motivi dello strappo di Calenda. Ma le dichiarazioni del leader pentastellato, Giuseppe Conte, e le parlamentarie in corso nel movimento sembrano indicazioni di segno opposto. A poco più di un mese dalla scadenza elettorale, in questo quadro mancano ancora all'appello i temi programmatici che dovrebbero convincere gli elettori a recarsi alle urne.
Valerio Fabbri