Foto: Twitter
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Anche la pasta può diventare motivo di scontro politico ed ideologico, come dimostra il caso de "La Molisana", il pastificio che è stato investito da una bufera social a causa della descrizione non proprio politically correct di due delle decine di formati prodotti da questo marchio.

Fino a poco fa, infatti, sul sito della nota azienda fondata nel 1912 a Campobasso dalla famiglia Carlone, si leggeva questo: “Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in ‘shells’, ovvero conchiglie”.
Ugualmente imbarazzante, la descrizione delle Tripoline n.68: “Il nome evoca luoghi lontani, esotici ed ha un sapore coloniale”.

Niente di errato a livello di ricostruzione storica. Effettivamente negli anni Trenta l’Italia celebrò la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta dai nomi che richiamavano le terre occupate in Africa, ma ciò per molti non giustifica l’utilizzo per pubblicizzare i propri prodotti del linguaggio e dell’immaginario di quell'epoca e di quella pagina della storia italiana, considerata non proprio edificante.

Un grave errore di marketing a partire dall’utilizzo degli aggettivi "littorio" e "coloniale" per descrivere il sapore del prodotto, definizioni che tra l’altro ancora nessuno è stato in grado di spiegare che cosa possano significare riferite ad un cibo. L’unica spiegazione ragionevole è che da parte della ditta ci sia stata qualche leggerezza nel rifarsi a un certo immaginario; anche se alcuni, ritengono che si possa parlare addirittura di un poco velato intento di celebrare quel periodo e l'ideologia ad esso facilmente collegabile.

A smentire questa ultima interpretazione ci ha pensato immediatamente Rossella Ferro, che fa parte della famiglia titolare del pastificio e ne è la responsabile marketing, che ha detto che si intendeva solo sottolineare il fatto che si trattasse di formati storici, assicurando che le schede descrittive sono state immediatamente tolte da web.

Barbara Costamagna