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Le italiane, pur essendo mediamente più istruite degli uomini, fanno più fatica a fare carriera. Solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri, infatti è donna, secondo il Rendiconto di genere presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps.
Sulla base dei dati riferiti al 2023 il tasso di occupazione femminile è al 52,5%, di 17,9 punti inferiore a quello degli uomini. Per le donne è più difficile che l'assunzione sia a tempo indeterminato con il 18% del totale delle assunzioni a fronte del 22,6% di quelle degli uomini. Tra i lavoratori part time le donne sono quasi i due terzi (il 64,4%) e hanno una percentuale di part time involontario di tre volte superiore agli uomini (il 15,6% degli occupati a fronte del 5,1% dei maschi).
Gli uomini percepiscono redditi medi giornalieri superiori alle donne. Nello specifico in dieci settori su diciotto esaminati le donne percepiscono più del 20% in meno; nelle attività finanziarie e assicurative le donne percepiscono mediamente il 32,1% in meno, nelle attività professionali scientifiche e tecniche il 35,1% in meno e in quelle immobiliari il 39,9% in meno.
Le retribuzioni medie giornaliere nel settore pubblico soffrono di meno il divario di genere anche se, per servizio sanitario ed università ed enti di ricerca le donne hanno una busta paga media inferiore agli uomini di quasi il 20%.
Il 29,4% delle occupate è "sovra istruita" rispetto al lavoro che fa a fronte del 25,4% degli uomini e questa percentuale supera il 40% tra i 25 e i 34 anni.
Il divario prosegue e aumenta con le pensioni, inferiori del 47% a quelle degli uomini. La differenza media di oltre 900 euro tra i trattamenti percepiti tra uomini e donne tiene conto del fatto che una parte delle donne non ha lavorato e percepisce solo una pensione ai superstiti e delle carriere più lunghe e con retribuzioni più alte degli uomini.
Infine, il numero limitato delle donne che beneficiano della pensione di anzianità/anticipata evidenzia le difficoltà delle donne a raggiungere gli alti requisiti contributivi previsti, a causa della discontinuità che caratterizza il loro percorso lavorativo.
Davide Fifaco