Parte della maggioranza al governo in Italia ha tirato ieri un sospiro di sollievo dopo che la Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum sull'autonomia, con il quale si sarebbe chiesto agli italiani il loro parere sulla proposta della cosiddetta 'legge Calderoli'. La volontà dei proponenti era quella di eliminare interamente la norma approvata a giugno dal Parlamento, che definisce i principi generali per l'attribuzione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia; ma secondo gli undici giudici attualmente in carica: "L'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari e ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore".
La legge Calderoli, però, aveva spaccato i governatori fin dalla sua promulgazione sei mesi fa, e quindi lo scorso dicembre la Consulta era già stata chiamata ad esprimersi sulla legge e aveva specificato che ci sono alcune materie - dall'energia ai trasporti, passando per la scuola - che non vanno trasferite alla competenza dei territori. Per questo l'Autonomia differenziata subirà una decisa revisione in Parlamento.
Sempre ieri, però, gli stessi giudici hanno invece dichiarato ammissibili gli altri cinque referendum abrogativi che riguardano quello proposto da +Europa sulla cittadinanza per gli extracomunitari e quelli promossi dalla Cgil su Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti.
Barbara Costamagna