“Il Coronavirus cambierà il nostro approccio ai contatti umani ed interpersonali, dovremo mantenere le distanze per diverso tempo”. Questa una della considerazioni di Angelo Borrelli, capo Dipartimento della Protezione civile italiana.
Borrelli ha spiegato che il governo “ha garantito alle Regioni le risorse per i dispositivi di protezione individuale e per quelli necessari al superamento dell'emergenza", rispondendo ai recenti scontri tra Governo e Regioni, soprattutto con la Lombardia. Il rappresentante della Protezione civile non esclude inoltre che in futuro vada rivisto, almeno in parte, il titolo quinto della Costituzione, per evitare in futuro altri “balletti” di responsabilità tra Regioni e Governo in caso di emergenze sanitarie. Ma ora la massima attenzione va usata per evitare la possibilità che vi possa essere un ritorno del virus, come dimostrano le nuove misure in Cina. Per questo motivo si parla della cosiddetta fase 2 di convivenza con il virus, che non inizierà prima della metà di maggio, anche se ovviamente non vi è per ora alcuna certezza. Sarà il comitato tecnico-scientifico a decidere se eseguire tamponi a tappeto, indagini sierologiche e demoscopiche sulla rete di contagi. L'attuale situazione permette almeno di dare respiro alle strutture sanitarie ed alle terapie intensive, alleggerendo un carico di lavoro che era molto pesante e comportava straordinari sacrifici per trovare posti di ricovero e cura. Giovanni Rezza, epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha spiegato che se con le restrizioni si avesse mollato al Sud, ci sarebbero state tante Codogno. "Se ci sarà una fase 2 - ha poi precisato - questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi". L'Iss ha comunicato anche il via libera a 50 aziende a produrre mascherine chirurgiche con una capacità di filtraggio in linea con quanto prevedono gli standard, mentre soltanto un'azienda al momento è stata autorizzata anche alla commercializzazione.
Davide Fifaco