Il numero degli operatori sanitari finora infetti in Italia, pari all'8,3% dei casi totali, è una percentuale più che doppia rispetto a quanto accaduto in Cina. Un dato che fa riflettere sulle nuove misure da prendere. Intanto il presidente della Regione Lombardia, Fontana, ha lanciato un nuovo allarme, perché i numeri del contagio non si riducono e continuano ad essere alti. Il governatore teme che fra poco non sarà possibile dare una risposta a chi si ammala. Ha poi chiesto a tutti, ancora una volta, di stare a casa, aggiungendo che fra un po' non sarà più possibile chiederlo gentilmente ma bisognerà cambiare tono, visto che il sacrificio richiesto serve a salvare vite umane.
Posizione ribadita anche da Giulio Gallera, assessore lombardo al Welfare, che ha spiegato che “domenica o la curva scende o probabilmente bisognerà valutare l'assunzione di misure un po' più rigide”.
Anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha sottolineato che probabilmente nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all'aperto.
Ancora più drastico il governatore del Veneto, Luca Zaia che sta valutando la possibilità di tracciare i movimenti attraverso i cellulari per limitare la diffusione del Coronavirus, anche se ci sono dei problemi di privacy per applicare questa soluzione. Gli operatori telefonici, comunque, già negli scorsi giorni avevano detto di essere pronti a mettere a disposizione delle autorità le informazioni ricavate dai dati relativi alla mobilità di tutti i clienti.
A Bologna invece si sta sperimentando un nuovo modo di eseguire i test di positività, con un tampone ogni cinque minuti, 12 all'ora. Si tratta del tampone drivethru e prevede il test direttamente a bordo della propria automobile, in maniera sicura e veloce, modalità già provata con successo in Corea del Sud ed Australia.
Davide Fifaco