Secondo la stampa statunitense Washington spiava gli alleati e nei dossier vi erano anche i leader ucraino e sud coreano. Continua la caccia alla talpa al Pentagono e l'intelligence è in allerta in quanto non solo i piani per l'Ucraina sono stati diffusi in rete ma anche dossier su Cina, sull'area dell'Indo-Pacifico, su Israele e i capi del Mossad e il terrorismo. La seconda fuga di documenti top secret finiti sui social è una falla clamorosa che ha colto di sorpresa la Casa Bianca e messo in allerta l'intelligence per timore di bruciare le proprie fonti e di innescare pesanti ripercussioni diplomatiche. Questa volta si tratta di carte da non poter essere condivise neppure con gli alleati più stretti. I dossier da un lato confermano la forte capacità di penetrazione statunitense degli apparati militari e di sicurezza russi e dall'altro rivelano però che l'intelligence statunitense spia anche i suoi alleati, tra cui i leader politici e militari ucraini e sud coreani, quest'ultima in relazione alle sue decisioni sugli aiuti letali a Kiev. Una sezione dei documenti riporta che le autorità di Seoul erano preoccupate che il Presidente Biden facesse pressioni sul suo omologo sud coreano per queste consegne. Il secondo gruppo di documenti provengono da varie agenzie anche se sono stati tutti compilati dallo stato maggiore del Pentagono, dal Dipartimento di Stato all'NSA, dalla CIA all'agenzia geo spaziale che analizza le immagini satellitari. Il Dipartimento della Giustizia ha aperto un'inchiesta dopo quella interna della Difesa, che sta tentando di identificare chi aveva accesso a quelle carte e ha già cambiato le modalità con cui il personale può avere accesso. In quanto si tratta di foto, mappe e che i documenti possono essere stampati solo su sistemi approvati, è probabile che esista qualche traccia documentale su chi li ha gestiti. Un alto dirigente dell'intelligence statunitense ha definito la situazione un incubo per i Five Eyes, com'è chiamata l'alleanza per la condivisione dei dati tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada, mentre un analista ha avvertito che si potrebbe trattare solo della punta dell'iceberg.
Franco de Stefani